Disastri e catastrofi: ci stiamo facendo il callo?
Dal 2020 in avanti, crisi e catastrofi ci stanno colpendo più duro e più da vicino... ma la forza dell'abitudine è più forte di tutto?
Mondo in crisi: una grana tira l'altra
Che gli ultimi due anni siano stati un periodo difficile per l'Umanità è un eufemismo: COVID-19, proteste no-mask e poi no-vax, crisi economica, un mezzo tentativo di golpe negli Stati Uniti, clima sempre più impazzito, aumenti dei prezzi, una super-eruzione vulcanica, guerra in Ucraina, vaiolo delle scimmie, governi saltati, tensioni su Taiwan, siccità ostinata in certe parti del Mondo (tra cui l'Italia) e alluvioni devastanti in altre...
Tutti problemi seri, e tutti problemi che nemmeno noi, cittadini di un Paese ancora relativamente sicuro, abbiamo potuto ignorare.
C'è da mettersi le mani nei capelli, e c'è da impazzire...
...o forse no.
Mondo in crisi: tutto cambia, tutto resta com'è?
Eppure, tra un'emergenza e l'altra, le nostre società sembrano essersi dimostrate più resistenti di quanto saremmo stati disposti ad ammettere in un primo momento.
In quei tragici giorni di marzo 2020, con contagi e morti da COVID-19 in aumento vertiginoso, rivolte letali nelle carceri e borse a picco, ammetto di aver provato una grande angoscia, veri e propri pensieri da fine del Mondo.
E invece, eccoci ancora qua, sempre più stressati, sempre più inquieti, ma ancora vivi: finora chi ha lavoro se l'è tenuto stretto, chi non ne ha non ha smesso di cercare, la gente ha continuato ad andare in palestra, a godersi le ferie, a odiare, ad amare e a metter su famiglia (sempre meno, visti i tempi, ma tant'è).
Niente Apocalisse, niente panico?
Mondo in crisi: le reazioni della gente
A pensarci su, sembra avere senso, no? Chi sta bene non ha ancora da preoccuparsi, chi ancora se la cava è impegnato a cavarsela ancora... e chi sta male tenta di rialzarsi, si dispera, protesta, spera nelle prossime elezioni o cade vittima del miraggio di qualche teoria del complotto.
In altre parti del Mondo, gli scontenti hanno però raggiunto le prime pagine dei giornali, con gli statunitensi della "Great Resignation" e i giovani cinesi che ora si dichiarano "l'ultima generazione".
E noi italiani? Qualcosa si muove, ma a livello generale il sistema regge... o forse no?
Mondo in crisi: l'asteroide, o l'insostenibile consapevolezza dello humor nero
Anche in Italia, in realtà la sofferenza di fronte al disastro c'è. e spesso si trova nascosta tra le righe di conversazioni tra conoscenti e sui social.
Alzi la mano chi non ha detto o sentito cose del tipo "basta questo stillicidio, se dobbiamo crepare facciamo alla svelta", o "sì, ci meritiamo l'estinzione", o ancora "asteroide, dove sei"...
Tutte frasi buttate lì, più o meno per scherzo nel tran tran quotidiano in apparenza invincibile, che però sembrano volerci dire qualcosa: quasi come se la Fine, quella con la F maiuscola, fosse in realtà l'esito già atteso da tempo da tanti di noi.
Forse dentro di noi abbiamo sempre saputo di star vivendo sul filo del rasoio, e abbiamo sempre sentito, e temuto, che l'Umanità fosse destinata prima o poi a pagare lo scotto della sua vita spericolata.
Una consapevolezza sepolta dagli impegni di tutti i giorni, ma che già è riuscita in passato a fare capolino qua e là.
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