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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

La "dittatura del politicamente corretto" esiste davvero?

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Siamo davvero sotto la dittatura di un "pensiero unico" imposto dall'alto? La "dittatura del politicamente corretto": un nemico temuto Tra chi si vanta di " andare controcorrente " e soprattutto tra chi si dedica a guidare questi nuovi illuministi sembra molto diffusa la convinzione che il Mondo stia cadendo o sia addirittura già caduto sotto il giogo ineludibile della cosiddetta " dittatura del politicamente corretto ", altresì nota come " dittatura del pensiero unico ". All'occorrenza, i sostenitori di questa tesi sono pronti a elencare diversi esempi che ne dimostrerebbero la veridicità, come l'introduzione dei vaccini anti-Covid, il sostegno di molti Paesi occidentali e non all'Ucraina, la nuova consapevolezza sulla crisi climatica , ma anche la diffusione di fenomeni di costume come la crescente visibilità nei media di persone di colore o LGBT+: chi non si allinea alla dottrina dominante è destinato secondo costoro

L'età della tecnica che forse non sarà

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Sarà la tecnologia a sconfiggere la crisi globale, o la crisi globale a uccidere la tecnologia? Ogni giorno nuove scoperte e un'amarezza di fondo Tutti i giorni team di studiosi in ogni angolo del Pianeta trovano o inventano qualcosa di nuovo. Tra i tanti esempi di cui ho letto in questi giorni posso elencare la possibilità di vita organica su Venere, un nuovo farmaco presto disponibile per contrastare la malattia di Alzheimer, un altro allo studio per far ricrescere i denti persi, e forse persino un metodo per invertire l'invecchiamento . Sono risultati sorprendenti, che ampliano i nostri orizzonti come mai prima e che ci lasciano intravvedere soluzioni per enigmi e problemi che ci portiamo dietro dalla notte dei tempi. Leggendo o ascoltando notizie come queste provo emozioni contrastanti: stupore, euforia, ammirazione per chi ci regala simili speranze... ma anche tristezza. Sì, tristezza, perché mentre un esercito di scienziati lavora senza sosta giorno e notte per aiutare

Stiamo combattendo con l'Idra di Lerna?

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Siamo al punto in cui combattere una crisi significa solo crearne altre?  L'Idra di Lerna, una storia angosciante che si ripete   Quando ero bambino, la storia dell' Idra di Lerna mi sembrava piuttosto angosciante; voi ve la ricordate? Nella mitologia greca, l'Idra era un rettile astuto e malvagio, dalle molte teste: tagliandogliene una, si otteneva soltanto di vederne ricrescere dal moncone altre due o tre (a seconda della versione), cosa che secondo il racconto diede dei grattacapi all'eroe Eracle , chiamato a sconfiggere il mostro durante le sue famigerate Dodici Fatiche. In questi tempi di crisi in apparenza perenne mi è capitato di ripensare all'Idra e alla sua leggenda, forse perché mi sembra che l'Umanità si ritrovi un po' nei panni di Eracle, a combattere contro un mostro che ad ogni attacco pare diventare solo più forte e cattivo. Peggio ancora, al contrario di Eracle, non sembriamo per niente in grado di avere finalmente ragione di questa bestia a

Ma "visionario" non era una parolaccia?

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"Visionario": siamo sicuri che sia un complimento? "Visionario": adesso piace, ma una volta... Da qualche anno a questa parte a tutti in Rete piace definirsi "visionari": è una moda arrivata dagl USA (non mi dire), e ormai per essere preso sul serio non puoi rifiutare l'etichetta; dallo startupper rampante al proprietario dell'aziendina quasi secolare ciascuno è un "visionario" (o "visionary", per far più figura). Eppure, previa rapida escursione tra i meandri della memoria, mi sembra di ricordare che una volta questo termine non fosse per niente lusinghiero, anzi; e dando un'occhiata sul portale online della Treccani ne ho la conferma, perché, riassumendo, "visionario" può riferirsi a: Persona che sperimenta visioni/allucinazioni a carattere mistico o religioso Sognatore, persona che si imbarca in progetti irrealizzabili, irrealistici Artista affetto da disturbi psichici e/o capace di creare immagini di forte imp

I ricchi non sanno più cosa fare (o forse sì)

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Tragiche o farsesche, le gesta di miliardari e tecnopotenti sono sintomo di... che cosa? Una tragedia, e tanti perché Sul disastro del Titan si è parlato moltissimo nelle ultime settimane, sia nelle concitate ore alla corsa contro il tempo per salvare i cinque passeggeri dispersi, sia nei giorni seguenti, alla luce della loro tragica sorte. Tra i tanti commenti morbosi, sarcastici o indifferenti sui media e in Rete, però, un punto sembra aver catturato l'interesse generale, ovvero: cosa ha spinto quelle cinque persone (incluso il CEO della compagnia responsabile, Stockton Rush ), che almeno in apparenza tutto avevano avuto dalla vita, a imbarcarsi in un'impresa così rischiosa, spendendo pure (nel caso degli altri quattro a bordo) un quarto di milione di dollari per il dubbio privilegio? L'uomo della strada, così come quello dei social, non può che continuare a chiederselo scuotendo la testa: tutti quei soldi lui saprebbe spenderli in modo ben più piacevole e sicuro!   Una