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La legge non fermerà l'informazione "alternativa"

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Brasile contro X, Francia contro Telegram: due facce di una battaglia (persa) Dell'estate 2024 resterà molto da ricordare: la tragedia delle guerre, i trionfi Olimpici e Paralimpici, casi di cronaca atroci e intrecci politico-sentimentali degni di una soap... ...e le battaglie parallele di due Paesi contro altrettante piattaforme digitali. Ad aprire le danze è stata la Francia, dove il 24 agosto è stato arrestato  (e poi brevemente trattenuto)  Pavel Durov , fondatore e CEO di Telegram: molte e gravi le accuse a suo carico, tra cui in generale quella di non collaborazione con le autorità giudiziarie locali nell'ambito di svariati illeciti commessi tramite la nota app di messaggistica, ben nota fra l'altro per ospitare non pochi gruppi e canali dedicati a idee e movimenti "anti-sistema". Fra le tante voci a difesa dell'imprenditore russo non è mancata quella di E lon Musk , il quale ha parlato di un attacco alla libertà di espressione, ricordando intanto le di

Le ideologie del crepuscolo: NEET (per scelta)

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Incrociare le braccia contro un mercato iniquo e un futuro incerto C'erano una volta i NEET Nel 1999, il report Bridging the Gap (grossomodo, "colmare il divario") della Social Exclusion Unit del governo britannico dà veste ufficiale all'espressione "not in education, employment and training", ovvero "non (coinvolti) né nel sistema d'istruzione, né in un impiego, né in un percorso di formazione", usata per descrivere la situazione di marginalità e disagio socio-economico di tanti giovani svantaggiati. Da allora la locuzione, compattata nel più agevole acronimo NEET e trasformatasi in sostantivo, si è diffusa un po' in tutto il Mondo, incapsulando in modo assai efficace la condizione di "immobilità" di milioni di ragazzi dovuta a un mercato del lavoro sempre più automatizzato, globalizzato ed esigente, dove il sogno di un rapido approdo al posto fisso conseguito senza troppi drammi da genitori e nonni è sempre più lontano e persin

Con i meme (forse) si vince, ma...

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I meme rompono il ghiaccio, ma impoveriscono il dibattito Con il proseguire dell' accidentata campagna elettorale statunitense sono tornati in gran spolvero anche loro, i meme. Schegge di contenuti divertenti (o ritenuti tali) si stanno riversando sui social e non solo, incapsulando presunti pregi e discutibili difetti dei candidati, cercando in qualche modo di incapsularne l'essenza e il messaggio visti da seguaci e oppositori. Ecco allora la candidata democratica in pectore Kamala Harris diventare " brat ", o un commento dell'aspirante vicepresidente repubblicano J. D. Vance sulle donne senza figli "gattare" infelici scatenare una valanga di risposte ironiche. Ora, considerata la posta in gioco e la comprensibile ansietà, alleggerire la tensione con un pizzico di humor dissacrante è non solo naturale, ma legittimo. Inoltre, nell'era di TikTok e degli span di attenzione in picchiata l'uso dei meme è vitale: in fondo si tratta di attirare l&#

Terra Incognita

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I territori inesplorati della crisi continua Chi mi segue da un po' sa che non amo inseguire le ultime notizie e il trend del momento, tuttavia non penso di poter ignorare del tutto l'ultimo grande colpo di scena (invero già da più parti evocato) nella campagna elettorale statunitense 2024. Sembra il culmine di una serie di eventi che, seppur non inediti o inconcepibili presi singolarmente, nel loro concatenarsi ci hanno messo di fronte a scenari nuovi e inquietanti. Già da tempo è chiaro che in un clima sempre più incline al radicalismo la posta in gioco è altissima per milioni di persone, non importa la loro condizione o posizione politica; né possiamo ignorare come i rivolgimenti a stelle e strisce si inseriscano in uno stato di crisi  multicomplessa che ci riguarda tutti, americani e non. Ho spesso reagito con dispetto a chi sui social e non solo ha paragonato gli ultimi quattro anni all'ultima stagione di una serie televisiva ormai in crisi; eppure in questi giorni,

Il Vero come volontà e interpretazione

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Di sovraccarico informativo e verità su misura Una volta scoprire la verità era difficile. Mezzi di comunicazioni lenti e poco capillari, per lo più monopolizzati da enti o governi, rendevano difficile arrivare al fondo delle cose, almeno per il cittadino comune; il potere aveva tempo e modo per filtrare informazioni, imbastire e divulgare versioni ufficiali. Tante vicende del passato anche recente restano tuttora avvolte nel mistero. Oggi, nell'era di Internet, è cambiato tutto... ma la difficoltà è rimasta quasi la stessa. Alla lentezza di ieri si è sostituita una rapidità che ci mette in affanno; al monopolio è subentrata una molteplicità di fonti che disorienta. Complici pregiudizi inveterati, la disillusione verso un sistema sempre più in crisi e nuovi attori privi di scrupoli, il Vero resta un miraggio. Sommersi da una valanga di informazioni frammentarie se non contraddittorie, troviamo con agio "verità" che confermino i nostri preconcetti, che ci confortino; e se

Salvare il Pianeta... senza riforme?

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Risolvere la crisi climatica con la sola tecnologia: lo vorremmo davvero? Un tema comune fra chi si batte contro la crisi climatica è la necessità di cambiamento: per salvare noi stessi e il Pianeta, si ripete, dobbiamo trasformare il nostro modo di vivere, di lavorare, di produrre, di consumare, di prendere decisioni... Più cura, più attenzione, più democrazia, meno consumismo, magari meno lavoro: queste alcune delle proposte più diffuse. E se invece si potesse risolvere tutto a colpi di tecnologia? È vero, per ora di soluzioni miracolose non se me vedono; ma il susseguirsi di scoperte, di sperimentazioni in corso e di nuovi risultati rende tale scenario se non probabile almeno possibile. Mantenere tutto così com'è senza doverne subire le conseguenze: non è forse il Santo Graal in cui tanti sperano, governi in testa ? Miliardi di vite in salvo senza nessun cambiamento, nessun sacrificio imposto ai cittadini/consumatori. Un sogno, vero? Forse no. Da un certo (tragico) punto di v

Prigionieri delle cose (e di chi ce le dà)

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Gli oggetti ci danno sicurezza, ma non ci salveranno È da un po' che lo si vede in giro; ed è da un po' che mi dà da pensare. Sto parlando del recente spot pubblicitario di una certa Megaditta, quella per intenderci da cui tutti o quasi abbiamo ordinato qualcosa, almeno una volta, che fosse un regalo di Natale o materiale da ufficio. La storia di per sé è semplice: in una grande città, una giovane donna trasloca in un appartamento, e sulle ali di note trionfali lo trasforma man mano in una "casa" a tutti gli effetti, con tanto di piante rigogliose che lo distinguono dal resto dell'anonimo stabile urbano. Tutto molto grazioso, ma... a una seconda, terza, quarta visione viene da farsi qualche domanda. Non so se quella diffusa sia una versione abbreviata del filmato originale, però ciò che vediamo è la nostra protagonista sempre sola. Sistema la sua dimora... da sola, con i prodotti dell'azienda. La rende "sua"... da sola, con i prodotti dell'aziend