Le ideologie del crepuscolo: gli incel e la blackpill

Il volto triste di un giovane uomo riflesso in un frammento di vetro che sta tenendo in mano, immagine in bianco e nero

Veri vergini e sedicenti martiri

[ATTENZIONE: TEMI CRUDI, LEGGETE CON CAUTELA]


L'amore ai tempi moderni: le tribolazioni dei timidi

Una volta, per un trovare l'amore o almeno qualcuno la vita non era difficile: per un uomo non era importante essere spigliati o di bell'aspetto, in effetti chiunque avesse un lavoro decente poteva ben sperare di essere considerato un "buon partito" da ragazze in età adeguata, strette fa la mancanza di prospettive professionali davvero autonome e il temuto status di "zitella"; un marchio, quest'ultimo, a sua volta facilmente evitabile con una modica quantità di abilità domestiche e una dose ben più massiccia di sopportazione.  

Dalla seconda metà del Novecento, le cose hanno iniziato a cambiare, e sempre più velocemente: giovani sempre più urbanizzati e lontani da radici tradizionali, donne sempre più riconosciute come parte integrante della forza-lavoro e del corpo politico (e quindi ormai disinteressate a un'opprimente "tutela" maschile), l'arrivo della contraccezione a costo popolare, lavatrici e precotti pronti a "salvare" scapoli impenitenti, vecchi dogmi religiosi e morali rigettati in blocco...

Una rivoluzione, quella sessuale, che come ogni rivolgimento ha lasciato vincitori e vinti - soprattutto fra gli uomini, ora di fronte a potenziali partner più sicure di sé e per niente disposte ad "accontentarsi" come le madri e le nonne... una prospettiva allarmante per i più impacciati, tanto che già nel 1987 un professore di sociologia statunitense, Brian G. Gilmartin, pubblica il controverso Shyness and Love: Causes, Consequences, and Treatment (Timidezza e Amore: Cause, Conseguenze, e Trattamento), con un focus particolare sui love-shy men, gli impauriti dalla nuova cultura delle relazioni, e i primi segni di un atteggiamento che vedremo degenerare e diventare sempre più diffuso e pericoloso. 


Incel: storia di una parola

Nuova decade, nuovi mezzi: l'avvento della Rete offre a sempre più persone la possibilità di "incontrare" e dialogare con chi attraversa situazioni simili, a prescindere dalla distanza; questo vale anche per giovani uomini in difficoltà con l'altra metà del cielo, ma non solo per loro.

Nel 1997, a una ventenne canadese di nome Alana per molto tempo le cose non sono infatti andate molto meglio che a tanti coetanei maschi: è stata a lungo single, prigioniera della timidezza e dell'ansia, e così dopo la psicoterapia e una prima relazione sentimentale mette in piedi un sito web, Alana's Involuntary Celibacy Project (Il progetto di Alana sulla Castità Involontaria), con il desiderio di aiutare chi sta affrontando la solitudine. 

In poco tempo, la sua pagina su Internet avvia una mailing list e un forum che accoglie persone di ogni età, orientamento sessuale e identità di genere, pronte a condividere esperienze e consigli, a offrirsi sostegno morale e a commentare contenuti su un fenomeno in crescita ma fino a quel momento pressoché ignorato (con l'eccezione del succitato Gilmartin) da gran parte degli studiosi.

Dopo qualche anno, intorno al 2000, gli impegni e l'umana impossibilità di accogliere e gestire tutto il carico emotivo del progetto spingono Alana ad affidarne il controllo a un iscritto alla mailing list, che crea un nuovo sito e un nuovo forum per la comunità; quanto alla pagina originale, languisce sempre più obsoleta fino al 2005, quando la stessa creatrice decide di chiuderla.

È la fine di un capitolo, ma non del libro, a cui presto si aggiungeranno pagine spaventose.


La "triste novella" degli incel: l'amaro boccone della blackpill

Terminata la prima vera esperienza comunitaria in Rete, gli involontariamente casti si disperdono in vari forum più piccoli, oscuri, e in molti casi radicali.

In molti dei nuovi, più angusti spazi, l'inclusività degli albori è abbandonata in favore di voci esclusivamente maschili ed eterosessuali (le donne incel, dette femcel, per quanto tossiche, si mostrano meno violente e restano in ambiti più marginali); diversi gruppi sono ormai appannaggio di giovani uomini dalla cui frustrazione cercano di trarre profitto sedicenti esperti di seduzione.

Facendo proprio (e stravolgendo) un famoso riferimento al celebre film Matrix di L. e L. Wachowski, i nuovi e interessati "mentori" affermano che la salvezza sta nell'accettare la "pillola rossa", nel caso specifico la presunta "realtà" sulle preferenze sessuali femminili: tutte le donne, si dice, cercano senza eccezioni un uomo dominante, un maschio alpha; e se non lo si è, si può sempre apprendere una serie di "raffinate" tattiche di manipolazione psicologica per diventarlo (o sembrarlo il tempo necessario per portarsi a letto una "preda") - il tutto ovviamente a un modico prezzo.

Sui forum, in tanti si lasciano irretire, ma presto le promesse dei cosiddetti maestri si rivelano per lo più fallaci.

Forse la maggior parte delle donne sa distinguere fra un uomo sicuro di sé e uno str*nzo, specie se di cartapesta.

O forse, si mormora online, la verità è un'altra.

Ecco che in diversi spazi online si inizia a dar credito a una diversa, più deprimente versione dei fatti: le donne, si sostiene, vogliono sì un uomo senza insicurezze, ma l'unico modo di apparire davvero tali ai loro è essere belli.

Se non si rientra nei canoni, non c'è tattica che tenga, e il vero amore non esiste.

Alla pillola rossa si sostituisce la "pillola nera" (blackpill), ovvero l'idea che il genere maschile possa essere diviso in tre macro-categorie organizzate gerarchicamente in base a stringenti criteri fisici:

  • I belli (soprannominati Chad): requisiti stringenti sono un'altezza che superi il metro e ottanta, un fisico naturalmente proporzionato e in grado di metter su massa muscolare, un volto in conformità, e naturalmente una... virilità commisurata (righello alla mano). Tali caratteristiche esteriori rendono i Chad naturalmente estroversi e carismatici, ma in ogni caso la loro personalità è di solito poco rilevante, dal momento che tutte le donne farebbero carte false e tollererebbero qualsiasi stranezza o maltrattamento anche solo per una notte di passione, che siano bellone (in gergo, Stacy), ragazze comuni (Becky) o "grassone" (landwhale, balene di terra), tutte prese di mira dall'incontenibile carica sessuale di tali portenti.
  • I tipi qualunque (detti Normie): in pratica la "classe media": con pazienza e un discreto conto in banca, possono sperare in relazioni a dir poco tiepide con delle Becky, le quali in ogni caso già rimpiangono le notti passate con i Chad e sarebbero pronte a tornare nei loro letti alla prima occasione (da cui innumerevoli adulteri e divorzi).
  • Gli incel: il fondo del barile, uomini dall'aspetto così poco appetibile da non poter probabilmente sperare nemmeno in un matrimonio di convenienza con un mostro.

Gli incel, si sostiene, sono condannati alla propria posizione di inferiorità dalla nascita, e allo stato attuale delle cose nulla può cambiarne la sorte, se non una serie di interventi medico-chirurgici per risolvere i vari "handicap" che ne ostacolano i sogni romantici: bassa statura, una struttura facciale poco mascolina, disarmonica o troppo distante dall'ideale di bellezza caucasico, parti intime dalle dimensioni insoddisfacenti calvizie, uso di occhiali...

...sui diversi forum, in un linguaggio sempre meno comprensibile ai non iniziati, la teoria evolve non senza contraddizioni, fra dispute sulle mancanze più gravi (chi è messo peggio fra bassi e calvi?), sui criteri di ammissione a una delle tre caste o sulle possibili soluzioni (andare in palestra aiuta? i rapporti con le sex worker contano?), e ogni tanto concessioni a fattori diversi dal solo aspetto fisico (genitori ansiosi o autoritari, culture sessuofobe, e via dicendo).

In ogni caso l'idea di fondo è accettata da tutti: la condizione di incel è determinata da forze al di fuori del proprio controllo e quasi impossibile da superare.

Una "verità" difficile da accettare, che se da un lato vorrebbe forse rimuovere stigma e senso di colpa dall'altro genera una disperazione destinata a manifestarsi nel mondo esterno con esiti tragici.


Un veleno che uccide anche offline: incel e violenza

In alcuni casi gli incel rivolgono il proprio dolore contro sé stessi: nei forum non è raro imbattersi in post di utenti pronti a togliersi la vita, storie drammatiche che spesso coinvolgono giovanissimi ormai convinti di non avere chance di una buona vita sentimentale, e, quindi, nessuna ragione per vivere.

In altre occasioni, tuttavia, i casti involontari si accaniscono sul prossimo.

Il 23 maggio 2014, a Isla Vista, California, il ventiduenne Elliot Rodger uccide sei persone e ne ferisce quattordici prima di togliersi la vita.

A suscitare scalpore sono non solo la violenza e le motivazioni del folle gesto, o l'apparente "normalità" del killer (un tribolato ma abbiente studente universitario dall'aspetto del tutto normale), ma anche la reazione di buona parte della comunità incel: adottato come "santo" da numerosi utenti, Rodger è tuttora commemorato su diverse piattaforme a ogni anniversario della strage, e celebrato come antesignano di una "rivolta" che nel corso degli anni si rinnova con nuovi sanguinosi episodi.

Sebbene Rodger costituisca un modello per molti incel iracondi, non tutti possono o desiderano seguirne le orme (per alcuni il terrorismo indebolisce la causa), e si limitano ad azioni meno eclatanti: sui forum ci si incoraggia a essere il più possibile ostili alle donne, dal negare un posto a sedere sull'autobus alle gestanti ("hanno dormito con qualcuno che non sono io!") al rifiutare ogni aiuto a compagne di classe o colleghe, senza dimenticare le molestie online attraverso app per appuntamenti e social media.

Nel tempo, sulle stesse pagine web, un numero di effimeri "teorici" elabora una serie di tattiche più coordinate per portare avanti la vendetta degli esclusi.

Tra le forme di protesta incel c'è ad esempio la partecipazione al movimento anti-lavoro con il dubbio slogan no pussy, no work (niente f**a, niente lavoro), fra manipolazione emotivo-finanziaria dei genitori e improvvisati "manuali" per tentare di estorcere ai propri sistemi previdenziali una forma di sussidio.

Una seconda tendenza "progressista" del movimento cerca invece un riconoscimento del diritto alla sessualità, da conseguirsi per loro tramite voucher per l'accesso alle sex worker, un assegno di invalidità, oppure, per i più estremisti, una "ridistribuzione dei mezzi di riproduzione" (in pratica, l'assegnazione di una compagna fornita dallo Stato); al contempo, qualche futurista spera che l'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale e delle tecnologie riproduttive renda semplicemente "obsolete" le donne, ormai ritenute troppo pretenziose.

Altri "indesiderati", infine, offrono il loro sostegno a partiti e uomini politici di destra (primo fra tutti, negli USA, Donald Trump), in parte nella speranza di veder restaurato un ordine patriarcale che possa avvantaggiarli (paradossalmente, il ritorno a quegli stessi matrimoni di convenienza che tanto aborrono), ma più spesso nel semplice tentativo di colpire e punire le donne e quelle forze liberali, femministe e pro-LGBTQ che ritengono responsabili della loro marginalizzazione.

Altrettanto prevalente è la speranza (comune ad altri gruppi) che una guerra o una pandemia porti finalmente al crollo della civilizzazione ormai corrotta, se non all'estinzione del genere umano, considerato ormai al di là di ogni speranza.


Confutazioni e cyber-battaglie: si può "salvare" un incel?

Considerata la pericolosità sociale del fenomeno incel, non stupisce che in Rete ci sia chi cerca di contrastarlo.

Diverse comunità online si dedicano alla confutazione delle idee degli incel, portando dati e le esperienze personali degli utenti, inclusi diversi incel "riformati".

Gli approcci degli improvvisati debunker spaziano in genere dal semplice ridicolizzare gli aspetti più bizzarri della blackpill al mostrare come le donne abbiano una varietà di preferenze sentimentali e sessuali, dall'invito a mettersi in gioco di più fino al tentativo di offrire ai casti involontari una scala di valori alternativa, in base alla quale la mascolinità e il valore umano del singolo possa dipendere da qualcosa di diverso dal numero di ammiratrici adoranti, e la vita possa essere degna di essere vissuta anche per chi non ha una partner al fianco.

Sfortunatamente, al di là di pochi casi individuali simili sforzi non hanno molto successo: le esortazioni a riprendere il controllo della propria vita sono criticate come una forma di gaslighting non dissimile dal mito capitalista del selfmade man, mentre gli ex-incel sono denunciati come traditori della causa, strumentalizzati dalle donne e dai Chad nella speranza di indurre il resto del movimento ad accettare senza ribellarsi il proprio destino di servitori eunuchi produttori e consumatori, di bestie da soma sfruttate da una società che in ultima analisi non ha a cuore il loro destino.

Di fronte a simili resistenze, c'è chi chiede e in alcuni casi ottiene la rimozione di spazi e contenuti incel dalle diverse piattaforme online, nella speranza di ridurne la capacità di irretire utenti depressi, magari giovani o particolarmente impressionabili: nonostante alcune evidenze a supporto di tale strategia, tuttavia, rimane sempre il rischio che gli incel si radicalizzino in comunità meno monitorabili, rafforzati ai propri stessi occhi e a quelli di nuovi potenziali adepti dall'immagine di vittime della censura.

Il fatto che incels.co, il principale sito web incel al di fuori delle piattaforme più mainstream, si diffondano minacce di morte, tentativi di doxxing ai danni di attivisti anti-blackpill e contenuti di fatto inneggianti alla pedofilia ("dopo i dodici-tredici anni le ragazzine sono già piene di pretese!") sembra purtroppo confermare tali sospetti.


Incel contro il Mondo, il Mondo contro gli incel?

Dove le iniziative contro di singoli gruppi o individui contro l'ideologia incel sembrano fallire, può riuscire la forza della legge?

Nel corso degli ultimi anni, anche sulla scia dei tanti, troppi casi di violenza, le autorità di diversi Paesi hanno iniziato a prendere più sul serio il pericolo dei casti involontari: da una sentenza storica in Canada nel 2023 alle nuove misure annunciate nel Regno Unito nel 2024, è evidente come gli esperti di sicurezza vedano nel fenomeno una minaccia terriristica a tutti gli effetti.

Tuttavia, considerando la novità del fenomeno, la natura disorganizzata del movimento, le risorse non sempre sufficienti a contrastare gruppi ben più noti e organizzati, nonché la vicinanza di gruppi e influencer incel o incel-adiacenti a partiti politici in ascesa in diversi Paesi lasciano dubitare dell'effettiva efficacia di un'attività di sorveglianza e prevenzione tradizionale.

Sul fronte educativo, intanto, la resistenza ideologica da più fronti all'istituzione di corsi di educazione affettiva e di rispetto dei generi rende poco probabile che simili interventi possano cambiare la situazione, almeno per il momento.


Nella tana del lupo: la mia esperienza negli spazi incel

Ricordo ancora la mia incredulità di fronte alla strage di Isla Vista del 2014 e di altri casi simili narrati da giornali e blog.

Forse sarà la mia personalità, o il mio ambiente familiare, o il mio percorso individuale, ma la presenza o mancanza di relazioni sentimentali mi è sempre sembrata un motivo assurdo per arrivare a uccidersi o persino uccidere.

Tempo dopo, su Reddit ho visto con i miei occhi che per molti altri le cose stanno diversamente; e che accanto a comunità ancora inclusive e non-violente come r/ForeverAlone altre si stavano rapidamente radicalizzando.

Scacciate da Reddit le comunità più tossiche, molti incel si sono rifugiati su incels.is (già incels.co), dove lontani da regole stringenti hanno dato la stura ai pensieri più assurdi e raccapriccianti.

Ho visto pedofili in erba, aspiranti matricidi e terroristi; ho letto le teorie del complotto più assurde ("gli LGBT ci vogliono far diventare tutti gay o trans per conto delle donne così da lasciare in giro solo uomini etero belli!").

Ho percepito anche molto dolore: il giovane con gravi deformità facciali che risparmia da anni per un intervento risolutivo, quello che al contrario ha un aspetto decente ma soffre di dismorfofobia e si crede un mostro; il ragazzino immigrato che si sente isolato dai coetanei per via di genitori ancora tradizionalisti, l'adolescente asiatico con i tipici "genitori tigre" che lo vogliono tutto il giorno sui libri o al pianoforte...

Storie di solitudine, bullismo, standard maschilisti tossici che stritolano tanti giovani uomini.

Si vorrebbe empatizzare, ma è difficile quando magari in alcuni casi la stessa persona che ha scritto la sua storia oggettivamente triste pianifica di trovarsi una "fidanzata" undicenne da "addestrare".

Il problema è serio, e gli strumenti sul campo spesso inadeguati.

Tanti spazi anti-incel sono solo un porto sicuro per bullizzare chi è percepito come inferiore, e anche tra gli utenti meglio intenzionati si va poco oltre i soliti consigli stereotipati: si cerca di convincere gli incel che la vita vale anche senza eros, ma nei fatti si suona poco convincenti.

Forse è ora di cambiare radicalmente il nostro concetto stereotipato di mascolinità.

Forse è ora di sfatare il mito dell'amore romantico come cardine di un'esistenza "riuscita".

Forse ci serve un po' di anarchia relazionale: un "caos" buono da opporre a quello malvagio di chi, privato di ciò che considera amore, resta in compagnia del proprio odio...


Fonti:

  • TY  - JOUR AU  - Cheek, Jonathan PY  - 1989/08/01 SP  - 791 EP  - 792 T1  - Love-Shy Men. VL  - 34 DO  - 10.1037/031026 JO  - PsycCRITIQUES ER  - (in inglese)
  • Woman behind 'incel' says angry men hijacked her word 'as a weapon of war', articolo di Ashifa Kassam per The Guardian (2018, in inglese)
  • Alana, My history with involuntary celibacydal blog love not anger (2019, in inglese)
  • Our incel problem, articolo di Zack Beauchamp per Vox (2019, in inglese)
  • Forget incels, meet ‘femcels’ – the generation embracing ‘toxic femininity’, articolo di Roisin Lanigan per The Independent (2024, in inglese)
  • TY  - JOUR AU  - Bratich, Jack AU  - Banet-Weiser, Sarah PY  - 2019/01/01 SP  -  T1  - From Pick-Up Artists to Incels: Con(fidence) Games, Networked Misogyny, and the Failure of Neoliberalism VL  -  ER  - (in inglese)
  • Redpill e pensiero paranoide: un'indagine qualitativa sull'ideologia redpill onlinetesi di laurea triennale di Marco De Vettor, corso di Scienze Psicologiche Dello Sviluppo, Della Personalità e Delle Relazioni Interpersonali presso l'Università degli Studi di Padova (2022/2023)
  • Daly, S. E., & Laskovtsov, A. (2021). “Goodbye, My Friendcels”: An Analysis of Incel Suicide Posts. Journal of Qualitative Criminal Justice & Criminology. https://doi.org/10.21428/88de04a1.b7b8b295
  • Note sul massacro di Isla Vista, articolo di Timothy Small pubblicato su Rivista Studio (2014)
  • Witt, T. (2020). ‘If i cannot have it, i will do everything i can to destroy it.’ the canonization of Elliot Rodger: ‘Incel’ masculinities, secular sainthood, and justifications of ideological violence. Social Identities, 26(5), 675–689. https://doi.org/10.1080/13504630.2020.1787132
  • No Pussy, No Workvoce in inglese della Incels Wiki, la Wikipedia degli incel (sì, esiste)
  • Redistributing Sex’ Is a Toxic Conversation About Toxic People, articolo di Samantha Cole per Vice (2018, in inglese)
  • Western incels furious they’re being denied a hologram waifu in a jararticolo di David Futrelle dal blog We Hunted The Mammoth (2020, in inglese)
  • Sparks B, Zidenberg AM, Olver ME. Involuntary Celibacy: A Review of Incel Ideology and Experiences with Dating, Rejection, and Associated Mental Health and Emotional Sequelae. Curr Psychiatry Rep. 2022 Dec;24(12):731-740. doi: 10.1007/s11920-022-01382-9. Epub 2022 Nov 17. PMID: 36394688; PMCID: PMC9780135. (in inglese)
  • Manosphere e vittimismo competitivo. Un'indagine sul fenomeno inceltesi di laurea magistrale di Valentina Lendini, corso di Psicologia Clinico-Dinamica presso l'Università degli Studi di Padova (2022)
  • 'Incels' Seeking to Normalize Child Rape, Digital Hate Group Saysarticolo per Crime And Justice News (2022, in inglese)
  • Terrorism ruling first for Canada 'incel' attack, articolo di Max Matza per BBC News (2023, in inglese)
  • ‘Women have to suffer’: Going undercover in the incel movement, articolo di Sian Morris per openDemocracy (2024, in inglese)
  • The incel trap, articolo di Emily Lawford per Prospect Magazine (2024, in inglese)
  • Misogyny to be treated as extremism by UK government, articolo di Helen Catt e Charlotte Rose per BBC News (2024, in inglese)
  • I social, dopo l'elezione di Trump, assomigliano a un film horror, articolo di Elisabetta Moro per Cosmopolitan (2024)
  • Incel.is, il forum incel (in inglese, si consiglia cautela)
  • r/ForeverAlone, i solitari non violenti su Reddit
  • r/IncelTears e r/IncelTear, le principali comunità anti-incel su Reddit (in inglese)
  • Ama, anche più persone, e fa ciò che vuoi, articolo dal blog IoSonoMinoranza (2018)

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