Ma "visionario" non era una parolaccia?

La sagoma di un uomo in piedi sulla spiaggia si staglia in lontananza contro il mare e il cielo al tramonto

"Visionario": siamo sicuri che sia un complimento?


"Visionario": adesso piace, ma una volta...

Da qualche anno a questa parte a tutti in Rete piace definirsi "visionari": è una moda arrivata dagl USA (non mi dire), e ormai per essere preso sul serio non puoi rifiutare l'etichetta; dallo startupper rampante al proprietario dell'aziendina quasi secolare ciascuno è un "visionario" (o "visionary", per far più figura).

Eppure, previa rapida escursione tra i meandri della memoria, mi sembra di ricordare che una volta questo termine non fosse per niente lusinghiero, anzi; e dando un'occhiata sul portale online della Treccani ne ho la conferma, perché, riassumendo, "visionario" può riferirsi a:

  1. Persona che sperimenta visioni/allucinazioni a carattere mistico o religioso
  2. Sognatore, persona che si imbarca in progetti irrealizzabili, irrealistici
  3. Artista affetto da disturbi psichici e/o capace di creare immagini di forte impatto 

In effetti, a pensarci bene, di rado ho sentito dire "visionario" senza un bel "pazzo" davanti.

E allora per quale motivo oggi sembra che tutti "quelli che contano" vogliano definirsi in questo modo? 


Il lato oscuro di una visione individuale

Il termine "visionario" sembra aver subito una trasformazione simile a quella accaduta a parole quali "n*gro" o "queer", che da insulti rivolti rispettivamente alle comunità afroamericana e LGBT+ sono maturati in definizioni riappropriate e orgogliosamente rivendicate da parte delle stesse: ciò che era motivo di scherno è ora motivo di vanto.

Forse anche per i "visionari" è andata così: il sogno si è tramutato in "visione", la follia in ambizione, i dubbi altrui e i tentativi di dissuasione in medaglie al valore per il lungo viaggio "controcorrente", il tutto con il desiderio di superare l'idea convenzionale del "possibile" e mettere a tacere i critici e loro prese in giro.

Sulla carta, niente di male, in fondo per scoprire e creare qualcosa di nuovo si deve spesso rischiare, è necessario spingersi più in là, oltre i confini.

Ma non tutti i limiti sono fatti per essere infranti: ci sono quelli del buonsenso, del rispetto per il prossimo e per i suoi diritti, della salvaguardia del Pianeta... ed è qui che tanti "visionari" mostrano troppe volte il loro lato oscuro.

Su figure quali Steve Jobs o Elon Musk non mancano infatti testimonianze di familiari alienati, lavoratori sfruttati, posizioni pubbliche sconcertanti, culti della personalità.

Poi certo, i risultati spesso arrivano, ma a che prezzo, e con quali ombre sull'avvenire?

E questo senza contare gli inevitabili fallimenti, e le storie di coloro che nella foga di forzare la mano alla realtà hanno pagato con la vita.  

Quando ci si abitua a tenere lo sguardo puntato lontano diventa facile, troppo facile isolarsi in sé stessi e nei propri pensieri, scordarsi di ciò che si ha vicino, compresa la propria umanità e quella degli altri.  


Conciliare individualità e comunità

Se vuoi andare veloce, corri da solo; se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno.

Quasi tutti abbiamo sentito almeno qualche volta questo proverbio africano, e forse a tanti "visionari" di oggi farebbe bene sentirselo ripetere un altro po', perché riflette bene la loro situazione.

L'ambizione individuale portata all'eccesso, l'arroganza di credersi portatori di idee irrinunciabili da realizzare a ogni costo, l'orizzonte lontano ma ristretto... a cosa possono portare se non a progetti magari strabilianti ma pericolosi?

Leggendo certe notizie sembra quasi che lo "scienziato pazzo" non sia un'invenzione letteraria, ma una minaccia concreta e da non sottovalutare.

Forse dobbiamo agire sull'iper-competitività delle nostre società, dobbiamo trovare un equilibrio che renda possibile agli innovatori coltivare i propri sogni procedendo con cautela, ricevere il giusto credito per i propri risultati senza sentire il bisogno di monopolizzarli.

Un'impresa ardua, ma da intraprendere al più presto prima che, impegnato a camminare verso una luce lontana, qualche "visionario" finisca nell'abisso trascinanoci con lui. 

Le visioni sono sogni: e non tutti i sogni sono buoni. 

Commenti

  1. Oggi non è offensivo. Dopèo tutto la Treccani usa tre soggetti diversi con dei disturbi ................... ma una volta oggi no, perchè già viviamo insieme a persone(tantissime) che si autodefiniscono visionari ......mettendosi al centro ed un piedistallo.

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    1. Vero Giovanni, ci sono tanti narcisisti in quei settori... buona serata!

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