Dio non è morto, ha solo cambiato faccia


Sebbene le forme tradizionali di religiosità siano in declino, i bisogni a cui queste cercano di rispondere non scompaiono


Madonne pizzaiole nell'era di Internet

In questi ultimi tempi ha suscitato non poco scalpore la vicenda della Madonna di Trevignano, ultima nella lunga serie di vere o presunte apparizioni mariane in Italia e nel Mondo.

Scalpore, ma anche qualche risata: dall'improbabile miracolo della moltiplicazione della pizza alle ire di diversi ex-fedeli che si ritengono raggirati, la domanda che in casa e in Rete si fanno più o meno tutti è inevitabilmente ma com'è possibile che la gente ci creda?

Siamo, dopotutto, nell'anno del Signore 2023, in un'era dove la pratica religiosa è quasi ai minimi termini, il popolo di coloro che vive in tutto e per tutto secondo i dettami della Chiesa ormai in via d'estizione, mentre il progresso scientifico e la connessione costante a Internet ci fanno sentire così tanto informati ed emancipati da indurci a guardare con commiserazione (se non con derisione) chi "ancora" si dedica a una visione della vita per molti superata.

Ma checché ne pensi qualcuno, forse Dio non è ancora morto, ha soltanto cambiato volto, e questo perché in un certo senso abbiamo ancora bisogno di "lui".         


I bisogni mai sopiti e le religioni di oggi

Leggendo le testimonianze degli ex-devoti di Trevignano, non è raro vedere persone in difficoltà, famiglie alle prese con problemi di salute o di finanze, vite insomma in balia di quella precarietà esistenziale che bene o male ci accomuna tutti, su cui forse non abbiamo tutto questo controllo, e che ormai da anni tiene pure lontana la cicogna.

Diventa più difficile continuare con le battute e le prese in giro: in fondo non è sempre la disperazione della gente che ha prodotto e alimentato fenomeni tanto insidiosi quanto le religioni organizzate?

Ideologie totalitarie e culti della personalità di ieri e di oggi non sono a loro volta delle "religioni"?

E tante volte è proprio il progresso di cui ci facciamo così forti a far cadere tanti nello stesso tranello: dalla speranza in un'innovazione benevola (si spera) che risolva i nostri pasticci globali, alla venerazione acritica per chi di questa marcia verso il futuro si vuol fare protettore, profeta e novello Prometeo (l'esempio più eclatante: Elon Musk), i toni tante volte non suonano così diversi da quelli dei fedeli di Nostra Signora della Pizza Gratis.

Lo stesso vale per Internet, che se da un lato informa dall'altro ottenebra le menti, promuovendo idee antiscientifiche e teorie del complotto ormai diventate pseudoreligioni: basti pensare al famigerato fenomeno QAnon, vera e propria setta con tanto di Messia (Donald Trump), profeta ("Q"), scritture ("Q drops") e messaggio salvifico (la fine del "sistema" e la giusta punizione per i nemici degli onesti cittadini americani)... 

Finché gli esseri umani avranno timori, ansie, sogni, necessità di dare un senso alla propria vita, ci sarà sempre spazio per "qualcosa" che venga incontro a questi nostri bisogni interiori.         


Voglia di comunità?

Se le religioni di ieri sembrano ormai inadeguate, e quelle di oggi non sono migliori, cosa possiamo fare?

Dovremmo accettare quel che passa il convento, o rassegnarci a un'esistenza di dubbi e domande angoscianti?

La risposta pronta in tasca non la possiede nessuno, ovvio, altrimenti non staremmo qui a parlarne: il mio sospetto è che una parte considerevole del problema sarebbe risolta se riuscissimo a ricostruire comunità vive e resilienti, non basate né su fenomeni improbabili, né su personalità specifiche, né sull'odio per uno stesso nemico, vero o immaginario.

Dovrebbero però cambiare molte cose; a livello sociale, i nostri ritmi di vita e lavoro dovrebbero consentirci di avere più tempo e spazio per incontrarsi, mentre a livello individuale sarebbe necessario superare l'abitudine ai più comodi ma spesso più superficiali legami virtuali.

Una bella sfida, senza dubbio, ma forse l'unica da cui potremmo uscire vincitori.   

Se davvero abbiamo voglia di pizza, meglio essere pronti a offrircela a vicenda.

Commenti

  1. Si parla meno del cristianesimo, ma forse è anche un bene. Ognuno di noi si è liberato del bigottismo, superstizioni, e miracoli inesistenti e bizzarri. È una fede più robusta che poggia sulla figura straordinaria di Cristo.
    Chi legge i Vangeli ha la certezza che il miracolo più grande, da cui i discepoli erano colpiti tutti i giorni, non era quello delle gambe raddrizzate, della pelle mondata, della vista riacquistata.
    Il miracolo più grande era quello di uno sguardo rivelatore dell'umano cui non ci si poteva sottrarre. Non c'è nulla che convinca l'uomo come uno sguardo che afferri e riconosca ciò che esso è, che scopra l'uomo a sé stesso.
    Gesù vedeva dentro l'uomo. Una donna di Samaria che in una conversazione al pozzo sentì raccontarsi la sua vita, e proprio questo riferì agli amici: " Mi ha detto tutto quello che ho fatto!".

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    1. Purtroppo bigottismi e sovrastrutture hanno soffocato la fede viva, questo tanto nel Cristianesimo come nelle altre religioni.

      Lo stesso è successo a tanti atei e scettici: dubitano a ragione di tanti dogmi religiosi, ma poi credono in una scienza onnipotente e soprattutto in tanti aspiranti messia terreni.

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  2. Io al contrario di Gus non ho mai sfogliato un libro, figuriamoci i vangeli, ho meglio ci ho provato con la bibbia, ma senza riuscire. Però Credo in Dio, credo in Gesù figlio di Dio, ma solo per il 99%. Detto questo è una mia convinzione credere, e non credo perchè sia stato educato a credere.
    Dio non è morto siamo noi che ci siamo allontanati anche dalle sua 10 regole.Gli atei restino atei, non fanno male a nessuno, se osservano le reglore della scienza ........ci sono stati scienziati che si sono fermati davanti ad un totale che è infinito.
    Complimenti un bel post.

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    1. Grazie Giovanni.

      Si dice spesso che siamo in un'era "atea", ma secondo me tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa: il problema arriva quando si crede acriticamente in qualcosa o in qualcuno che non è così buono come sembra...

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  3. Il problema è che, quando si parla di religione, si pone il dilemma fra giustificazione per fede e dubbio. La fede in senso proprio prescinde da prove miracolistiche o scientifiche. Il dubbio è la condizione di chi non esclude a priori nessuna via ma vorrebbe una prova razionale per credere a qualcosa. Se la fede si basa su prove miracolistiche sfocia nella superstizione e mette in secondo piano i valori. Lo stesso accade con le moderne sette fondate su falsi miti e dicerie. Il dubbio è un qualcosa di più umano, può creare una sofferenza interiore ma, transitare per il dubbio e la riflessione può portarci a scelte ideali o religiose più consapevoli.

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    1. Il dubbio genera inquietudine, per questo chi offre risposte in apparenza perfette ai nostri bisogni interiori trova sempre un seguito.

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  4. Le religioni non sono ingiustificate, è semmai tutta la costruzione fanatica che gli sta intorno a non andare bene. Il messaggio è sempre lo stesso, per tutti (anche per la filosofia buddhista): ama il tuo prossimo, rispettalo, cerca di fare del bene, cerca la pace (e non fare troiate, aggiunta mia).
    Se credi in questo, hai già una via da seguire e icone, statue, libri, moschee, chiese, templi non ti servono.
    Ti abbraccio.

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    1. Se tutti la pensassero così saremmo su un Pianeta molto migliore, Francesca, a presto!

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  5. Sono una vecchia atea che ha messo al centro della propria vita gli altri. Ho sempre basato la mia vita grazie alle mie mani e alla mia testa. Bisogna agire e non porsi i soliti pensieri su Dio. Sicuramente rispetto a chi possiede il dono della fede si è più soli ma mi ritengo una donna libera e in pace con la mia coscienza.

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    1. Come dice il proverbio, meglio soli che male accompagnati, e purtroppo di cattive compagnie ce ne sono anche tra chi crede di parlare per conto di un dio... grazie per la visita, e buon sabato!

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  6. Mondo in Frantumi
    Credere o non credere non è la risoluzione di un problema, tra i due non vi è molta differenza, perchè la fede parte dalla propia coscienza D'animo. Non è assistere alla messa o a qualsiasi rito, io non partecipo, ai vari riti, e non mi sento lontano dalla mia "Fede" ....... Dio da parte mia è visto come un essere che per il momento stà lavorando perchè tutto quello che ha già creato e quello che ancora manca ....... per una sua finalità. Tutto questo che ci circonda quello che riusciamo a vedere e quello che riusciamo a non vedere .........deve esserci una fine con uno scopo ben preciso. Il tutto se è vero è un caso, dobbiamo pensare che è un caso intelligente dunque un qualcosa che è vivo ............ Dio esiste. e ci sono solo delle regole da rispettare, e sei con lui che tu ci creda o no, è Dio che comunque crede il Te,

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    1. Si tratta di una questione sempre estremamente personale, una dimensione di forza ma allo stesso tempo di necessaria vulnerabilità che proprio per questo può essere distorta e sfruttata da persone senza scrupoli.

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  7. Purtroppo hai davvero ragione Valeria, la fede per tanti è soprattutto un business che si regge prendendo di mira le persone che magari in un momento di difficoltà cercano sostegno e risposte...

    Grazie per la visita, a presto!

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