Una piccola (in)fusione di speranza?


Il grande annuncio americano: quant'è delicato l'equilibrio tra entusiasmo, speranza e realismo? 


Fusione nucleare: il grande annuncio americano

La settimana scorsa, anticipato da indiscrezioni, è arrivato dagli USA il grande annuncio: presso i laboratori della National Ignition Facility, si sarebbe riusciti, per la prima volta, a ottenere un guadagno netto di energia mediante il processo di fusione nucleare, come spiegato più in dettaglio su questo articolo di Focus

Un successo salutato con grande fanfara dalle autorità statunitensi, così come dai media di mezzo mondo, e non senza ragione: un passo avanti in questa direzione ci avvicina alla possibilità di produrre energia "pulita", in quantità eccezionali, e superando molte delle criticità della tradizionale procedura a fissione nucleare, a cominciare dal problema delle scorie radioattive.

Un obiettivo a cui lavorano, da decenni, scienziati da ogni parte del Mondo, tanto negli States quanto in Europa e in Cina.


Fusione nucleare: restiamo con i piedi per terra

Nonostante il comprensibile entusiasmo, i ricercatori statunitensi sono i primi a non perdere la testa: per arrivare ad un uso commerciale su larga scala di questa nuova tecnologia, infatti, dovremo probabilmente aspettare ancora dei decenni.

Una precisazione doverosa non solo per una questione di onestà intellettuale, ma anche per ragioni di ordine pratico: in piena crisi climatica, infatti, non si può permettere che la lontana promessa di una soluzione ancora sperimentale induca i governi e l'opinione pubblica a trascurare ciò che può e deve essere fatto oggi, con sempre maggiore urgenza.

Come ci ricordano gli attivisti per il clima (magari non sempre in maniera molto ortodossa), la situazione è già seria, e sperare che gli scienziati tirino fuori dal cilindro un rimedio perfetto a trenta secondi dai titoli di coda non è l'atteggiamento giusto.     

Nei B-movie di fantascienza, può anche funzionare così, ma la realtà è ben diversa.


Fusione nucleare e altri progressi: maneggiare con cautela

Entusiasmo, speranza, realismo, tre ingredienti da dosare con cura.

Certamente, è naturale per i ricercatori mettere in luce i successi conseguiti, se non altro per assicurarsi nuovi fondi ed essere così in grado di continuare a lavorare verso il traguardo.

Poi, possiamo anche dirlo, ci sono considerazioni di prestigio, a livello sia nazionale sia internazionale: un annuncio in grande stile può rafforzare la stima dei cittadini nelle istituzioni e allo stesso tempo mandare un messaggio ben preciso ad alleati e rivali geopolitici.

D'altro canto, come abbiamo detto, le aspettative dell'opinione pubblica e in ultima analisi dei finanziatori vanno gestite in modo intelligente, e non solo, come abbiamo visto, per non creare alibi all'apatia o al laissez-faire, ma anche per evitare che lo scontro con la realtà non incrini la fiducia generale verso gli studiosi e il loro lavoro: se ci si vede promettere la luna e non si vedono i risultati sperati, è facile diventare diffidenti, e magari cadere nella rete di qualche teoria del complotto...

Insomma, passi grandi o piccoli, l'importante è non farne di più lunghi della gamba. 

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