Imbrattare quadri non pulisce il Pianeta, ma...

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I recenti attacchi a opere d'arte sono davvero il modo migliore per far parlare di clima?


Arte sotto attacco: un trend che fa discutere 

La cosa è andata avanti per un po'.

In diverse gallerie d'arte in vari Paesi (Italia inclusa), alcuni attivisti per il clima sono stati in vena di sperimentare con una nuova forma di protesta: imbrattare opere d'arte,

Tante le "vittime" eccellenti, tra cui i Girasoli di Van Gogh e la Ragazza con l'orecchino di perla di Vermeer.

In genere, per fortuna, con un vetro protettivo si è evitato il peggio, certo: ma danni a parte, questi episodi preoccupano, e continuano a far discutere.

Un appello disperato di scuotere le coscienze di fronte all'apatia più o meno generale e delle mezze soluzioni adottate finora nei confronti della crisi climatica?

Uno stupido tentativo di attirare l'attenzione da parte di pochi mitomani alla ricerca dei loro proverbiali quindici minuti di fama, e pronti a ispirare emulatori altrettanto narcisisti?

O magari, come ha commentato qualcuno in Rete, un'oscura operazione condotta da agenti prezzolati delle grandi aziende petrolifere ed energetiche, concepita per screditare i vari movimenti "verdi"?    


Arte sotto attacco: le ragioni dietro un "attentato"

Da un lato, la frustrazione degli attivisti ci starebbe tutta: anni di comportamenti virtuosi, petizioni, lettere aperte, marce, discorsi, vertici internazionali non hanno avuto il risultato sperato.

E quando non ci si sente ascoltati, alzare il tiro è una reazione naturale, soprattutto se nel frattempo la situazione da affrontare continua a diventare sempre più critica. 

Tanta comprensibile frustrazione, insomma, e a mali estremi, estremi rimedi, come si dice.

Ma perché prendersela proprio con i dipinti?

Proviamo a pensarci su.

In un certo senso, le opere d'arte sono "vittime" ideali: meno protette di politici e super businessmen ma quasi altrettanto in vista, fruite da un pubblico ampio e spesso internazionale, e in fin dei conti inanimate (alla peggio, meglio una tela danneggiata di una persona in ospedale, no?). 

Non solo, nella sua violenza l'atto ricorda l'attacco tuttora in corso alla Natura: i quadri sono colpiti con la stessa insensatezza con cui l'atmosfera è intasata di anidride carbonica, con cui le risorse disponibili sono depredate, con cui interi ecosistemi sono uccisi.

Sulla carta, con un po' di introspezione, di ragionamenti come questo tipo se ne possono fare a dozzine; ma sono davvero convincenti?    


Arte sotto attacco: imbrattare quadri non pulisce il Pianeta

L'arte imbrattata fa davvero parlare di clima?

Diamo un'occhiata ai risultati: ora come ora, di sollevazioni di massa non se ne vedono, di risveglio collettivo delle coscienze nemmeno l'ombra, e le uniche reazioni discernibili sono state le condanne unanimi di politici e altre figure in vista, soprattutto in area conservatrice.

La gente comune? Probabilmente è d'accordo con i politici, per una volta tanto.

Una critica a mezza voce, una scrollata di spalle, e tutti ritornano ai propri guai, o al massimo a qualche commento sui Mondiali in corso in Qatar.

Non esattamente un successo, se posso permettermi, anzi: un rischio di immagine bello concreto, proprio in un momento critico come questo.

Ci sarà un ripensamento, oppure vedremo altre opere attaccate? 

O magari qualcuno tenterà strade ancora più radicali? 

Non lo sappiamo. 

Per adesso, sembra giusto ripeterlo: imbrattare quadri non ripulisce il Pianeta, ma se non si fa nulla per il clima, le tele sporche potrebbero diventare l'ultimo dei nostri problemi.  

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