AI, ahi ahi ahi

Immagine di androide femminile su fondo nero e oro


E se mentre innovatori e governi tentano di "frenare" lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale la partita fosse già stata persa?


AI son dolori

Le Intelligenze Artificiali (Artificial Intelligence, AI) stanno correndo troppo?

Sembrano pensarlo un numero sempre più nutrito di studiosi, innovatori e altre figure di rilievo, tanto che una lettera aperta pubblicata al riguardo dal Future for life institute ha già raccolto tra le altre le firme di Elon Musk e dei ricercatori di Google/Alphabet.

La proposta?

Una moratoria di sei mesi sull'addestramento di tutte le Intelligenze Artificiali più potenti di GPT-4, il più avanzato sistema sviluppato da OpenAI, laboratorio californiano co-fondato dallo stesso Musk.

L'idea è quella di utilizzare questo tempo per studiare e adottare migliori protocolli tecnici ed etici per l'uso e la diffusione di tali potenti tecnologie.

Un appello che sembra far leva su un sentimento in crescita, e su un dibattito in corso anche qui in Italia, dove intanto il Garante della Privacy ha di fatto imposto lo stop a ChatGPT, l'ormai famigerato programma AI-based usato per la creazione dei contenuti più disparati, ma a quanto pare pericoloso per la riservatezza dei nostri dati personali.

Da più parti si sta quindi cercando di mettere dei limiti a una tecnologia in fase di rapidissimo sviluppo, su cui abbiamo ancora più domande che risposte e le cui conseguenze sono almeno in parte imprevedibili.

Resta però un dubbio: siamo ancora in tempo? 


Fermare le AI, cioè chi le vuole creare

Nelle intenzioni di Musk e co-firmatari, la moratoria sulle AI dovrebbe essere pubblica, verificabile e includere tutti gli attori chiave.

Già, gli attori chiave; stiamo parlando di una galassia di innovatori, laboratori, aziende private, Governi, e chissà quanti altri di cui magari non siamo nemmeno a conoscenza, e i cui rapporti reciproci non sempre sono improntati alla fiducia reciproca.

Riuscire a riunire tutti a un tavolo per discuterne sembra già un'impresa titanica, figuriamoci convincerli, in sei mesi poi!

Con quali meccanismi possiamo garantire il rispetto di un eventuale accordo, tanto per dirne una?

Questo vale non solo per il piccolo business in ambito hi-tech, attratto da un mercato ormai in crescita esplosiva, ma anche (soprattutto?) per i Governi, chiamati a un ruolo di garanti dei patti, e per i loro collaboratori, soprattutto in questo particolare momento storico: la guerra in Ucraina prosegue ormai da più di un anno, mentre le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono arrivate a un punto pericoloso (anche se a tratti quasi comico).

Siamo davvero sicuri che nessuno sia pronto a rifiutare la proposta, o magari a fingere di accettarla per poi proseguire indisturbato al riparo da occhi indiscreti?

Davvero i vertici delle grandi potenze sarebbero disposti a correre il rischio di restare indietro rispetto a rivali meno rispettosi delle regole?

La competizione è spietata, e potrebbe essere già arrivata troppo in là; per quanto ne sappiamo, mentre stiamo discutendo di uno stop, un team di scienziati dall'altro lato del Mondo potrebbe aver già sviluppato il primo "Terminator" pronto a renderci suoi schiavi o peggio...     


Fermare le AI: senza illusioni, ma con determinazione

Il tempo per fermare le Intelligenze Artificiali potrebbe essere già scaduto o quasi, è vero.

Questo però non dovrebbe impedirci di provarci, perché la posta in gioco è davvero alta: se i programmi già esistenti sembrano già in grado di renderci obsoleti, di trasformarci in "scarti" (con tutti i tragici rischi del caso), cos'altro potrebbe avere in serbo per noi l'ulteriore sviluppo delle AI?

Le distopie descritte nei romanzi potrebbero diventare realtà?

Purtroppo non possiamo saperlo, perché chiunque abbia i mezzi e la volontà di creare scenari del genere non ha certo interesse a metterci sull'avviso; proprio per questo motivo però è bene che la discussione sulle AI sia finalmente entrata nel vivo: magari non si arriverà mai ad una moratoria e men che meno a politiche condivise a livello globale, ma le nostre società saranno più vigili, e, forse, più preparate ad affrontare un futuro probabilmente che volenti o nolenti siamo chiamati ad affrontare.  

Senza illusioni, ma nemmeno senza catastrofismi, cerchiamo di tenere d'occhio le AI. 

Commenti

  1. Qui stanno impazzendo tutti, pensano di realizzare cose impossibili e di come va l'umanità, dei bisogni reali del mondo non gliene importa niente.
    Fa paura.
    Buona Pasqua!

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  2. Ho messo il tuo blog fra i miei preferiti!

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    1. Grazie mille, io sono tra i tuoi follower via Blogger :)

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