Come riconoscere una proposta inconcludente

Sotto un cielo nuvoloso si staglia un cartello romboidale giallo con scritto in nero "dead end", cioè "vicolo cieco"

Se il nostro bisogno attira truffatori di bassa lega

Gli anni passano, ma le mie parole restano tristemente attuali...


Ogni giorno la Rete ci offre opportunità di ogni genere, come informazione, formazione, contatti, eccetera.

Opportunità che tuttavia possono essere sfruttate anche molto male, ad esempio da persone con le idee poco chiare, mosse dal semplice desiderio di autopromuoversi, oppure dai fini poco limpidi, il cui agire si risolve in una grossa perdita di tempo per chi decide di dare loro corda.

Su LinkedIn, in particolare, le proposte inconcludenti abbondano: in fondo, una piattaforma social frequentata in buona parte da persone in cerca di lavoro è un ottimo terreno di caccia per sedicenti CEO di società opache e imprenditori di sé stessi.

E a volte, la speranza di uscire finalmente da un periodo più o meno lungo di inattività o di rilanciare un percorso lavorativo incerto può spingere gli utenti ad essere molto meno selettivi riguardo ai propri rapporti online.

Peccato solo che il più delle volte questi abboccamenti virtuali si concludano in un nulla di fatto, lasciando l'amaro in bocca e una forte sfiducia nei confronti dei social network.

Fortunatamente, ci sono dei segni premonitori che possono aiutarci a "fiutare" in tempo un'offerta di collaborazione poco convincente – a patto di saperli cogliere.

Eccone alcuni:
  • Insistenza: in molti casi, il predatore si mostra subito molto interessato a conoscerci e preme per uno scambio di e-mail, se non per una vera e propria call (termine a lui molto caro) al telefono o meglio ancora in videoconferenza per "metterci la faccia" (parole sue);
  • Incuria: nonostante tanta premura, durante il colloquio abbiamo spesso la netta e spiacevole impressione che in realtà il nostro interlocutore abbia un'idea molto superficiale di noi, confondendo dettagli sulla nostra attività e in generale facendoci ripetere ciò che già dovrebbe aver letto sul nostro profilo, almeno stando alle sue parole;
  • Imbarazzo (sul tema economico): prima ancora che la buona educazione ci permetta di affrontare l'argomento, di solito l'altra persona "mette le mani avanti": con frasi del tipo "Sono sicuro che comprendi la necessità di fare gavetta" o "Ormai tutti pensano solo ai soldi", cerca di indurci a non parlare di una possibile retribuzione per i nostri eventuali sforzi; al più vagheggia di possibili, futuri contratti da definire "più avanti";
  • Incostanza: nel giro di venti minuti di conversazione, il nostro "amico" cambia piani almeno tre quattro volte ("Sentiamoci fra due giorni!", "No, anzi, meglio fra una settimana"), approfittandone per farci credere di avere molti e importanti impegni ("Domani no, perché ho già tre call…");
  • Invisibilità: dopo essersi finalmente accordati su una data per il prossimo colloquio, e dopo averci sepolto sotto un denso strato di materiale promozionale, il nostro interlocutore sparisce dalla circolazione: non riceviamo più sue e-mail, e se capita di incontrarsi sui social media, fa finta di non averci notati, ignorando i nostri like e commenti... al più ci ritroveremo per qualche tempo la casella di posta elettronica piena di messaggi automatici, pieni di ciarpame pubblicitario o di offerte per corsi mirabolanti (e tarocchi).

Con segnali del genere, la triste conclusione è scontata: al di là di qualche dato da rivendere a terzi (indirizzo e-mail, preferenze professionali, eccetera), non abbiamo nulla di interessante per il truffatore, che ottenuto il suo scopo passa semplicemente ad un'altra vittima, altrettanto bisognosa di un impiego.

Ma una volta scoperto l'inganno, magari a metà colloquio, come difendersi?

  • Se viene chiesto, fornire un indirizzo e-mail fasullo o almeno secondario, da chiudere in seguito;
  • Allontanare immediatamente la persona sospetta dalla nostra cerchia, rendendole inaccessibili i nostri account;
  • Se è stata particolarmente aggressiva possiamo provare a sgnalarla inoltre ai gestori della piattaforma di riferimento, affinché prendano i provvedimenti del caso.
  • Diffondere discretamente la voce fra i propri contatti, invitandoli a prestare attenzione.

Infine, nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per essere caduto in trappola, perché la necessità sa essere una cattiva consigliera.

Ciò che è importante, invece, è imparare dall'esperienza vissuta e procedere con maggiore prudenza...

Perché sui social, come nella vita, la linea fra opportunità e pericolo è spesso molto sottile...

Commenti

  1. Buongiorno. Ricordo che una volta su telegram, un tizio mi abbordò offrendomi un lavoro a casa, dovevo fare collanine. Scoppiai a ridere mettendo le emoticons e rispondendo che avevo già dato. Mi coprì di insulti e non ho capito il perché. Cmq sia lo segnala alla piattaforma e lo bloccai.
    Quando ero giovane e cercavo lavoro tramite inserzioni sui quotidiani, è mi presentavo all'appuntamento, non mi sedevo mai, stavo quasi sempre sulla soglia, per eventuali fughe, soprattutto se l'interlocutore era uomo. È necessario essere più furbi di loro. ❤️👋

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    1. I mezzi sono cambiati, ma la miseria di alcuni è sempre la stessa...
      Buona serata

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  2. Bisogna stare molto attenti in rete, hai fatto bene a lasciare tanti consigli utili, la prudenza non è mai troppa.

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  3. Purtroppo la truffa e il malaffare dilagano.. e anche senza arrivare alla cattiva coscienza e la voglia esplicita di fregarci, dobbiamo fare i conti con un sacco di gente ipocrita che proprio non sa vivere come Cristo comanderebbe. Incredibile quanta gentaglia c'è in giro, capace anche di conquistarsi la nostra fiducia prima. E comunque scemo io e quelli che si fidano, ribadisco. Ma il dna ci fregherà sempre.. ;)

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    1. Da questo punto di vista non c'è molta differenza fra mondo virtuale e "reale", purtroppo...
      Buona serata

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  4. Viviamo in un mondo blogosfera a cui fare sempre molta attenzione e da cui difendersi.
    Gli esempi che hai fatto sono perfetti e illuminanti, fai bene a scriverli.

    Ho chiuso il blog per la pausa estiva
    passa una bella estate e ci rileggiamo
    dopo la prima settimana di settembre

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