Criptovalute, El Dorado digitale?


Da qualche anno a questa parte, le criptovalute sembrano arrivate per restare: ma cosa le rende così interessanti?


Crypto: la moneta del futuro?

Bitcoin. Ethereum. Doge.

Se ne avete mai sentito parlare, è probabile che abbiate un'idea di base di cosa siano le criptovalute, cioè le "monete" digitali supportate dalla tecnologia blockchain (sì, la stessa del Metaverso, sono parenti).

Dai social media ai profili dei nostri blogger e YouTuber preferiti, passando per l'immancabile Elon Musk, anche da profani è ormai quasi impossibile evitare di saperne almeno un po'.

Con una diffusione sempre crescente e un giro d'affari dell'ordine di trilioni dollari, Bitcoin e compagnia hanno fatto molta strada dai loro umili inizi nel 2008 e ora provano a posizionarsi agli occhi del Mondo come un pilastro dell'economia del futuro, di un modo tutto nuovo di acquistare, vendere e scambiare beni e servizi.

Ma cosa rende le criptovalute così interessanti per milioni di persone?


Crypto: la strada della libertà?

Un tema comune tra gli appassionati di criptovalute sembra la ricerca della libertà.

Libertà dai vincoli di tempo e spazio: grazie a tecnologie crypto sempre più sofisticate, infatti, è possibile inviare e ricevere denaro da ogni parte del Mondo o quasi, anche in situazioni critiche, come dimostrato dalle generose donazioni digitali arrivate a sostegno dell'Ucraina in guerra.

Libertà anche dalle regole secondo alcuni troppo rigide e/o inefficaci di banche e governi, che soprattutto dalla Grande Crisi iniziata nel 2008 e mai davvero conclusa hanno perso la fiducia di un numero crescente di cittadini in tutto il Mondo: le criptovalute stanno infatti creando una sorta di sistema monetario parallelo a quello ufficiale, e molti apprezzano, con un numero non indifferente di progetti dedicati proprio a salvaguardare la privacy degli utenti da occhi indiscreti.

Libertà, infine, da un destino di lavoro insoddisfacente o povertà: soprattutto in questi tempi di crisi globale, di pandemia mai davvero debellata, di impegno personale troppo spesso frustrato da inflazione, forme più o meno coperte di sfruttamento dei lavoratori, eccetera, la tentazione di provare a entrare in questo mondo all'apparenza tanto promettente e trovare un El Dorado digitale è di sicuro molto forte, perché se nient'altro sembra funzionare, magari Bitcoin può essere la svolta tanto attesa, no?

Un'aspirazione all'indipendenza che non si limita alle singole persone, come dimostra il coraggioso (e assai controverso) esperimento del governo di El Salvador, che pare mirare al titolo di primo vero "crypto Paese".

Grandi speranze, quindi: ma è tutto oro quello che luccica? 


Crypto: maneggiare con cautela

In mezzo a tante promesse, purtroppo, le criptovalute nascondono non poche insidie. 

Prima fra tutte, la volatilità dei prezzi: negli ultimi mesi, il calo del valore di mercato di Bitcoin è stato una doccia fredda per non pochi investitori... ma non per i facoltosi in grado di fare incetta della valuta scontata nella speranza di poterlo rivendere a prezzo assai maggiore una volta riacquistata quota.

Ma questi alti e bassi sono solo una delle tante difficoltà che incontra chi cerca di entrare nel mondo crypto: tante, tantissime, troppe opzioni sul tavolo, truffe online, usi illeciti a scopo di evasione fiscale e crimine organizzato, scandali e fallimenti assortiti... per non parlare della saga degli NFT, di cui quasi nessuno pare capirci davvero qualcosa.

Il tutto in un quadro regolatorio ancora molto frammentato a livello globale, dal bando in Cina e non solo alle proposte regolatorie europee, con Pechino e Bruxelles entrambe interessate a contrastare le cripto con valute digitali locali, con buona pace della privacy. 

Tutti problemi reali, che magari raffreddano l'entusiasmo di alcuni ma accende quello di altri: dopotutto per i più convinti e i più avventurosi anche il rischio ha il suo fascino.

L'unica certezza? Di criptovalute sentiremo ancora parlare a lungo... 

Commenti

Post popolari in questo blog

Scegliere una carriera sull'orlo del baratro

L'insopprimibile "bisogno" di parlare