La retorica generazionale non risparmia nemmeno i boss

gangster


Non ci sono più i boss di una volta?


La notizia del momento

Se negli ultimi tempi siete rimasti almeno qualche minuto in Rete o davanti alla TV, non avrete potuto evitare di scoprire i dettagli sempre nuovi della notizia del momento (una buona, contrariamente al solito), vale a dire la cattura del boss Matteo Messina Denaro, latitante da ormai tre decenni.

Non passa giorno senza che emergano nuovi particolari sulle circostanze dell'arresto, sulla rete di complicità che gli ha permesso di darsi alla macchia così a lungo, e soprattutto sul numero e sul lussuoso arredamento dei suoi svariati covi.

E proprio sullo stile di vita condotto da Messina Denaro sembrano appuntarsi i cronisti e l'immaginario del pubblico: abiti firmati, profumi di pregio, capatine a ristoranti rinomati...

...una vita in fuga, certo, ma non per questo scomoda, anzi. 


Un boss "decadente"?

Tra i tanti commenti sentiti all'indomani della cattura del boss, uno in particolare ha colpito subito la mia attenzione, e può essere riassunto come:

A Matteo Messina Denaro piace la bella vita, non è come i boss che l'hanno preceduto.

Un'affermazione che nasce dal confronto tra il benessere mantenuto dal latitante anche durante i lunghi anni in fuga e le circostanze ben più misere in cui si sono ritrovati altri criminali di alto calibro quali ad esempio Totò Riina o Bernardo Provenzano, di cui è comunemente considerato l'erede.

Da un lato, l'idea che un personaggio così di spicco nel mondo della malavita abbia a disposizione denaro e tutto ciò che con esso è possibile comprare non suona così strana, in fondo molti sono motivati a percorrere quella strada proprio dal desiderio di ricchezza.

Dall'altro, tuttavia, tanto sfarzo sembra contraddire nella mentalità di molti l'immagine tipica degli uomini di mafia, personaggi duri, spietati, e presumibilmente disposti a tollerare qualsiasi privazione e avversità per conseguire i propri obiettivi ed evadere ogni tentativo di cattura...

Che Matteo Messina Denaro si sia rivelato un un boss troppo "decadente"?  


La retorica generazionale non risparmia nessuno

Forse sono io, ma in questo interesse dei media sulla vita lussuosa ("troppo" lussuosa?) di Matteo Messina Denaro leggo quasi un'eco di quella vecchia e ritrita retorica generazionale che tanto accende gli internauti dai quaranta, cinquant'anni in su:

Non c'è più il Mondo di una volta...

Non ci sono più gli uomini di una volta...

Chissà, forse non ci sono neppure più i boss di una volta.

Per il momento, meglio ignorare questa... devianza nostalgica (?) e concentrarsi sull'essenziale, ovvero sull'arresto di un individuo che di molto deve rispondere e molto potrebbe rivelare.   

Dopo tanti anni trascorsi in esilio dorato, ha ancora l'occasione di provarci di quale pasta sia fatto...  

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