Accelerazionismo "degenere": quando "tifare" per l'Apocalisse non basta
Accelerazionismo "degenere", la filosofia di chi apertamente cerca il disastro
Se la fine del Mondo (o del sistema) tarda ad arrivare
Abbiamo parlato delle varie ragioni che possono spingere la gente a non temere affatto la fine del Mondo o dell'Umanità, bensì ad accettarla, a considerarla in fondo come un bene (come ad esempio alcuni antinatalisti) o addirittura ad attenderla con impazienza per ogni forma di vita (come alcuni dei loro "cugini" più radicali, gli efilisti).
A volte il vero "nemico" di queste persone non è la vita bensì l'insieme dei vari sistemi sociali, economici e politici che spesso la rendono grama, ma la sostanza del sentimento non cambia, soprattutto quando tali strutture negative sembrano parti così integrali della nostra esperienza terrena da considerare l'Apocalisse l'unico modo per sbarazzarsene davvero.
A volte però fare il "tifo" per l'Armageddon non è abbastanza: alcuni sono disposti a passare persino all'azione in modo più o meno diretto.
Infatti, nonostante le tante crisi in corso, per ora i fan del caos sono rimasti in buona parte delusi: al di là di orrende ma comunque circoscritte situazioni in giro per il Pianeta, Stati, grandi business e istituzioni varie stanno dimostrando un certo livello di resilienza, e paiono destinati a sopravvivere ancora a lungo.
Per cui, se Maometto non va alla montagna... ecco chi trova rifugio in un'ideologia dal potenziale distruttivo pazzesco: l'Accelerazionismo.
Accelerazionismo, storia di una filosofia "estrema"
Resa popolare negli anni Dieci del secolo corrente, l'Accelerazionismo nasce in ambito sociale e politico come filosofia anticapitalista dall'approccio originale: invece di contrastare il capitalismo, si propone di favorirne la corsa sempre più rapida e gli eccessi sempre più folli, nella convinzione che questo sia destinato a farne emergere in modo incontrollabile le contraddizioni e quindi a condurlo alla distruzione, lasciando così spazio alla nascita e crescita di sistemi alternativi.
Come si può intuire, l'idea ha fatto discutere (in Rete si trovano decine e decine di contenuti sull'argomento), e una critica che viene subito in mente a chiunque è che un atteggiamento del genere è destinato a produrre enormi sofferenze all'Umanità e all'ambiente prima che il capitalismo collassi su sé stesso (e questo sempre ammesso che lo faccia).
D'altra parte, con gli effetti sempre più devastanti dell'impatto umano sul Pianeta e uno spazio in apparenza sempre più ristretto per azioni di protesta efficaci, la teoria accelerazionista non può non continuare ad affascinare i tanti delusi da un sistema a prima vista invincibile e dall'assenza di altre opzioni promettenti.
E la filosofia ha ormai lasciato i confini dell'economia, per diventare il credo di chiunque voglia eliminare un sistema che ritiene a torto o a ragione oppressivo: ad esempio, in politica non è raro vedere movimenti che lungi dall'ostacolare direttamente gli avversari lasciano che i loro eccessi creino la crisi necessaria per scardinare l'assetto politico.
Come recita un famoso detto cinese (o malese), siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico...
...e se puoi digli prima quanto è bella l'acqua e prestagli il costume da bagno, aggiunge l'accelerazionista.
Una minaccia da non sottovalutare
Considerando il momento critico che stiamo vedendo e la concreta possibilità che alcune ideologie possano far presa su persone mentalmente fragili spingedole ad atti di violenza, è chiaro come l'Accelerazionismo rappresenti un rischio da non sottovalutare.
Gettare benzina sul fuoco nella speranza che si consumi più forte e più in fretta è una scommessa pericolosa: se, ad esempio, molti vedono nel fascismo una degenerazione del capitalismo, dovremmo dedurne che favorire l'ascesa al potere di fascisti il più possibile instabili sia un obiettivo auspicabile?
E come si dovrebbe ottenere un risultato simile, sabotando riforme salva-sistema, o soffiando sul fuoco dell'odio razziale, dell'omofobia, magari montando ad arte "casi" per esacerbare gli animi?
O forse organizzando direttamente attentati false-flag e farne ricadere la colpa su gruppi scelti opportunamente, che sarebbero così esposti a discriminazioni e violenze?
Sto correndo molto con l'immaginazione, certo, ma da un punto di vista accelerazionista non farebbe una grinza, no?
Basta non pensare troppo ai danni collaterali... e in giro ci sono abbastanza individui e gruppi instabili che potrebbero davvero provarci.
Un pensiero da brividi.
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