Scegliere una carriera sull'orlo del baratro

Un uomo in tenuta da ufficio visto di profilo si tiene la testa tra le mani seduto a un tavolo su cui ha appoggiato giacca, borsa e pc


Come (ri)trovare la propria strada quando tutto sembra destinato al disastro?


Il Mondo potrebbe finire, ma intanto...

Senza ricchezze o una vittoria alla lotteria, ci tocca lavorare.

Sì, anche se l'inflazione ci mangia lo stipendio, le guerre avanzano e il clima è andato fuori controllo: perché se possiamo scegliere di non imporre ad altri questo disastro, noi che siamo già qui ci dobbiamo sopravvivere, in un modo o nell'altro.

Ma come ci si sente a immaginare (o ripensare) la propria carriera quando il Mondo pare sempre più vicino al baratro?

Disorientati e impotenti, senza dubbio; perché quando tutto sembra così precario i progetti a lungo termine diventano un lusso.

Un lusso che possiamo davvero permetterci?

È anche dalla nostra risposta a questa domanda che dipende il nostro atteggiamento verso la carriera: semplificando un po', possiamo individuare due categorie, da un lato avremo ottimisti pragmatici, dall'altro i fatalisti sognatori.


Anche nell'Apocalisse serviranno dottori

C'è chi crede o almeno spera che alla fine del Mondo così come lo conosciamo si possa sopravvivere, e che dalle ceneri dell'attuale stato di cose possa (ri)sorgere una nuova civiltà umana, quasi sicuramente meno sofisticata ma ancora vitale.

Se la si pensa così, è naturale adottare un approccio pratico, scegliendo una professione "utile" destinata a restare tale anche nell'ipotesi di uno scenario post-apocalittico: i servizi di medici e sanitari in genere, meccanici, tecnici e agricoltori saranno ancora richiesti, sebbene con mezzi più ridotti e una rete di supporto più carente.

Un vantaggio di tali percorsi è che in buona parte risultano ottime opzioni professionali anche nel caso improbabile ma ancora possibile di un qualche miracolo che ci risparmi l'inevitabile: invece di trovarsi a operare come ultimi bastioni di stabilità per un sistema già morto i futuri medici e tecnici continuerebbero ad essere la spina dorsale di società ancora funzionanti... sempre che le AI non diventino troppo brave, o almeno abbastanza abili da sostituirli!


Adesso o mai più, è l'ora dei sogni

Non tutti contano di superare indenni la catastrofe, anzi, molti sembrano aver fatto pace con l'idea di avere i giorni contati, forse persino un po' troppo.

Per chi vede nell'Apocalisse una sentenza ineluttabile l'idea di una carriera "utile" è ovviamente risibile; al contrario, la certezza della Fine imminente può diventare lo sprone a lanciarsi in avventure professionali rischiose, di tentare la sorte e provare a realizzare i propri sogni nel cassetto, perché... se non ora quando?

Scrittore, artista, influencer: di fronte al baratro qualsiasi ragionamento a lungo termine esce fuori dalla finestra, conta solo provarci, perché se anche va male non resterà molto tempo per pentirsene.

Si tratta di un atteggiamento a suo modo coraggioso, ma che presuppone la forte convinzione che il Mondo sia destinato a finire, e pure piuttosto presto; e non è di sicuro da tutti.

Il coraggio di lavorare ogni giorno per un futuro in cui si continua a sperare e quello di aspettare la Fine guardandola in faccia... quale scegliere?

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