La polarizzazione inevitabile

Una scacchiera in penombra con una vista in diagonale: i pezzi bianchi in primo piano a sinistra, i neri sullo sfondo a destra

Le nostre società affrontano divisioni sempre più nette, feroci e inevitabili


La linea è sempre più netta

Sei con noi se e solo se fai tue e difendi le nostre idee, sempre e comunque.

Sei contro di noi se osi esprimere il minimo dubbio: dubitare è tradire.

Sei contro di noi perché sei malvagio, stupido o codardo.

Se sei contro di noi sei un pessimo essere umano, ogni legame sarà reciso.

Ucraina, Gaza, ogni tragedia svela fino a che punto le nostre società siano ormai polarizzate, divise in schieramenti che non ammettono vie di mezzo: i tiepidi saranno rigettati, come avverte il libro dell'Apocalisse; perché niente di meno della totale e indiscussa adesione può garantire il rispetto della propria autonomia, individualità e libertà.

Per quanto triste e pericolosa, la tendenza in atto è innegabile, e soprattutto destinata a continuare pressoché indisturbata, perché siamo disorientati, impauriti... e pigri.


Cosa ci impedisce di cambiare

Cosa impedisce alle persone di non dico accettare, ma almeno prendere in considerazione gli altri e i loro punti di vista, accogliere analisi più complesse?

La domanda è una di quella da un milione di euro, ma riassumendo possiamo dire che i fattori sono tanti: credere che le istituzioni sappiano cosa stanno facendo è rassicurante, così come può esserlo l'idea che "i buoni" (tra cui noi, importantissimi) stiano per spazzare via l'establishment corrotto; trovarsi fra chi la pensa allo stesso modo offre una parvenza di comunità ormai raro altrove, mentre scagliarsi contro gli avversari regala un senso di potere e realizzazione difficile da provare altrimenti.

Infine, c'è la nostra "pigrizia": nel marasma di mille informazioni contraddittorie che ci colpiscono ogni secondo, la prima opinione più o meno credibile è una scialuppa di salvataggio nel mare in tempesta; pochi se la sentirebbero di lasciarla andare per rituffarsi alla ricerca di una "verità" che potrebbe in ogni caso non esistere nemmeno o non piacerci.

Sono motivazioni poco razionali?

Può essere, ma ciò non le rende immotivate, né meno potenti, perché rispondono a bisogni emotivi antichissimi, a sentimenti viscerali.


Un problema senza soluzioni?

Se le spinte che ci portano alla polarizzazione sono così forti, non è difficile immaginare che il problema sia destinato a peggiorare: chi vuole credere fermamente continuerà a farlo, perché avrebbe troppo da perdere nell'ammettere lo sbaglio.

Paura, solitudine, e via dicendo lasciano segni profondi, tutto ciò che può alleviarle è accolto a braccia aperte, mentre qualsiasi cosa che possa riaccenderle è evitato, attacato e distrutto.

Come combattere con i bisogni più profondi della nostra psiche e il bisogno di sopravvivere a un bombardamento mediatico perenne?

Non si può: per questo sono alquanto pessimista sulle nostre chance di invertire la rotta, di riportare le persone a considerare la possibilità che gli altri non siano per forza malvagi venduti, sebbene credere il contrario possa dare conforto.

Come sempre, si dovrebbe ripartire dalle basi, dal ricreare comunità; ma sappiamo ancora farlo?

E soprattutto, siamo ancora in tempo?

Commenti

  1. Ciao sono passato per un saluto e ricambiare la visita. Bello il tuo blog come design e come contenuti.

    A volte, vedendo come vanno le cose, penso che andremo incontro a quella che potrei definire "la resa dei conti" con i metodi verbali e gli slogan che hai descritto (tipo: "O con me o contro di me" ecc.) e nella pratica gli esempi non mancano, ahimè.

    Penso che problemi irrisolti da tempo, sottovalutati o addirittura ignorati, adesso sono arrivati al pettine...certo, non perdo la speranza ma è dura per tutti e per tanta gente non c'è scampo nell'orrore che vediamo giornalmente.

    Un salutone e alla prossima

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io sento che siamo diretti a un punto di non ritorno, pur continuando a sperare che si riesca a evitarlo.

      Grazie per la visita, a presto!

      Elimina
  2. Concordo colla riflessione. Si, sono pessimista pure io. Ma mai arrendersi. Sarebbe la fine. Tentare e ritentare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Possiamo solo provarci.
      Grazie per il commento, e buona serata

      Elimina

Posta un commento

I vostri commenti sono sempre i benvenuti, chiedo solo civiltà e niente spam :)

Post popolari in questo blog

Scegliere una carriera sull'orlo del baratro

I blog salveranno la Rete in frantumi?

Più liberi... eppure no