Resteremo senza pesche

Alcune pesche ocra e rosate su sfondo scuro


Ci preoccupiamo per le famiglie "scoppiate" e non tradizionali, ma...


Di pesche e vecchi dilemmi

A meno che non siate stati per giorni in felice letargo o in regime ascetico stretto, sarete di certo al corrente senza dubbio di come un certo spot pubblicitario di una certa catena di supermercati incentrato su un certo frutto sia diventato il principale argomento di conversazione nel nostro Paese.

Ritratto realistico lontano da facili narrazioni idilliache, attacco al diritto di divorziare, cinica mossa di marketing creata ad arte per sfruttare un evidente conflitto ideologico sempre pronto a rinnovarsi?

Ognuno sta dicendo la sua, ma è innegabile che il tema "famiglia" sia sempre uno dei più controversi, dai genitori gay alla gestazione per altri, dai diritti dei bambini ai desideri più o meno legittimi degli adulti...

Sono questioni senza dubbio importanti, che toccano la vita quotidiana di persone in carne ed ossa; eppure in prospettiva viene da chiedersi per quanto tempo ancora il dibattito sia destinato a durare, visto che di famiglie, tradizionali e non, ne vediamo sempre meno.


Un problema che si sta "risolvendo" da sé?

I dati demografici parlano chiaro, e da tempo: in Italia, così come in molti altri Paesi, si mette su famiglia sempre meno, e anche chi lo fa ci arriva in età sempre più avanzata.

Colpa della crisi economica, dei tempi più lunghi per arrivare a situazioni lavorative non di rado più precarie di quelle delle generazioni precedenti.

Colpa di affitti e costo della vita assassini, soprattutto nelle grandi città dove giocoforza tanti giovani devono cercare opportunità di studio e lavoro.

Colpa di modelli ed esperienze familiari deludenti, che in molti non desiderano perpetuare.

Colpa dell'edonismo, dell'ateismo, del femminismo, dirà qualche moralista.

Forse, e sempre di più, colpa anche di un diffuso senso di sfiducia in un Mondo che brucia in vari modi più o meno metaforici...


Niente figli in un Mondo che brucia

In modo più o meno conscio, più o meno militante, il messaggio di anni di denatalità è chiaro: questo non è (più) un Mondo per bambini, così come non lo è né per giovaniper vecchi.

Chi "vede" come stanno andando le cose non vuole trascinare qui altri innocenti; e chi invece per ottimismo o per inconsapevolezza sogna ancora la cicogna si trova comunque ostacolato quasi a ogni passo.

Chiunque desideri un cambio di rotta può scegliere di attaccare chi non è parte del problema, oppure impegnarsi per risolverlo davvero: ma ciò implica una serie di interventi e una collaborazione internazionale di tale portata da risultare almeno a oggi quasi impossibile.

Ribellione contro il sistema o sintomo del suo fallimento: quali che ne siano le cause, il crescente esercito di culle vuote minaccia istituzioni antichissime, che dovranno fare molto di più che parlare di un frutto per non scomparire.

Resteremo senza pesche? Staremo a vedere.

Commenti

  1. Fare figli adesso è un azzardato gesto egoistico, su questo non ci piove, ma ciascuno ha il diritto di avere (o adottare) figli se lo vuole, così come può essere childfree se non vuole figli senza tanti rompimenti.
    Poi ci sta tutto: la crisi economica, il lavoro che non c'è, i pochi soldi...
    Il mondo civile, felice, progressista non esiste.
    C'è un mondo davvero brutto.
    Detto questo, la querelle attorno allo spot della pesca non lo comprendo.
    Italia sempre pronta a fare castelli in aria sulle put****te e mai a battersi per le questioni serie.
    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E poi, a dirla tutta... quante volte l'abbiamo visto 'sto spot? Io due a malapena...
      Quanto al resto hai ragione al 100%.
      A presto Francesca.

      Elimina

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