La crisi climatica ci è entrata in casa

Sotto un cielo stellato un'onda anomala copre un pavimento a scacchi bianchi e neri

Se nemmeno le tragedie di casa nostra ci scuotono, la lotta contro la crisi climatica è già persa


Emilia-Romagna, fare i conti con la tragedia 

In questi giorni, in queste ore, stiamo ancora facendo i conti con la tremenda alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna.

I morti, gli sfollati, le case allagate, le strade trasformate in fiumi di fango, i danni immani alle infrastrutture e ai campi... dalle scene apocalittiche e dalle testimonianze di chi ha vissuto e ancora sta vivendo l'orrore in prima persona ci arriva nitida l'immagine di una catastrofe forse senza precedenti per una delle regioni più prospere del nostro Paese.

E mentre i soccorsi continuano per salvare persone, animali e territori, mentre giustamente un po' tutti iniziano a mobilitarsi per dare una mano (a proposito, su Wired Italia sono disponibili le diverse raccolte fondi attive), è anche il momento di interrogarsi sulle cause della sciagura, di chiedersi come sia stato possibile arrivare a questo punto. 


La crisi climatica è arrivata sotto casa

Quali sono le cause del disastro in Emilia-Romagna?

Puntuali come un orologio, ci sono le teorie del complotto, al cui fascino pericoloso qualcuno non riesce a fare a meno in nessuna circostanza.  

Più seriamente, come in tanti hanno già fatto notare, c'è di sicuro una gestione del territorio carente, con risorse disponibili ma non usate a dovere per mettere in sicurezza le aree più a rischio, ad esempio tramite la sistemazione degli alvei e degli argini dei corsi d'acqua, e di questo è doveroso discutere, c'è dubbio al riguardo.

Ma il problema di fondo, quello che con ancora più forza si è cercato da più parti di negare o almeno minimizzare, è un altro, ormai ineludibile: la crisi climatica.

Il brusco passaggio da una siccità ostinata a precipitazioni abbondanti ha reso possibile anche qui in Italia scene che in genere siamo abituati a vedere su servizi televisivi e documentari dedicati a Paesi lontani e non sempre attrezzati al meglio, come India, Pakistan, Bangladesh, Sudan...

Quando accade laggiù, è fin troppo semplice intristirsi un attimo, pensare che qualcuno debba fare qualcosa, magari inviare un SMS solidale e poi riprendere la nostra giornata, presi dal nostro lavoro, dalle nostre famiglie, dai nostri problemi di ogni giorni.

Questa volta, però, è più difficile: i cambiamenti climatici, quell'argomento finora così accademico o al massimo "politico" è entrato di prepotenza nelle vite dei nostri concittadini romagnoli, e quindi un po' anche nelle nostre.

I media non si limitano al solito reportage di circostanza, non possono; il martellamento è costante, ci segue non appena accendiamo il televisore, ad ogni notifica del telefono, persino nelle conversazioni con i conoscenti in coda al supermercato.

Diventa impossibile estraniarsi, non immedesimarsi, non farsi qualche domanda scomoda.

Oggi tocca a loro, ma domani potrebbe essere il nostro turno.

Come possiamo evitarlo?    


Il momento di agire è ora

Il momento di agire contro la crisi climatica è ora.

Lo dicono in tanti, lo dicono da un po' anche gli attivisti di Ultima Generazione (con i cui metodi non sono esattamente d'accordo ma che in questo frangente si stanno davvero dimostrando all'altezza della situazione), e a questo punto dovrebbe dircelo pure il semplice istinto di sopravvivenza.

Non possiamo sperare che questa tragedia rimanga un episodio terribile ma isolato, né che qualche tecnologia salvifica ci aiuti all'ultimo momento.

Se neppure questa volta, con la marea in casa, riusciamo a pretendere da chi di dovere misure più efficaci, accordi internazionali più inclusivi e investimenti adeguati in fonti alternative di energia, allora la battaglia è già persa, e chi non prende sul serio questi avvertimenti farebbe bene ad avere almeno la serietà di non chiederci nuove vittime per l'Apocalisse in arrivo.

Iniziamo dal piccolo, con le nostre abitudini, certo, ma anche parlandone con chi tra i nostri amici o familiari è ancora apatico al riguardo, partecipando a iniziative di sensibilizzazione e di sostegno alla ricerca, facendo ciò che possiamo, ora.

Anche un piccolo aiuto può fare la differenza, e serve a tutti.     

Siamo con l'acqua alla gola, e non più solo per modo di dire, purtroppo: il tempo stringe... 

Commenti

  1. Tra le cause della sciagura io metterei anche la cementificazione eccessiva.

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    1. Senza dubbio, Gus, purtroppo il clima alterato incontra un territorio già messo in crisi da anni di cattiva gestione.

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  2. Crisi climatica,
    Crisi Politica,
    Crisi Economica,
    Crisi Commerciale
    Crisi Agricola
    Crisi Sociale,
    Crisi Dei nostri valori
    Troppe sono le crisi che ci pressano. E come lottare uno contro venti ........è una lotta impari.
    Non credo sia pessimista, ma solo reale. Forse potremmo reagire ........ ma altra triste realtà ....noi non siamo un popolo unito e solidale.

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    1. Ho letto da qualche parte che alcuni studiosi hanno iniziato a usare il termine "policrisi" proprio per descrivere questa situazione.

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  3. Dimenticavo la Crisi Sanitaria venuta fuori con il Covid

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  4. Concordo con il tuo post. È una situazione sempre al limite, dovendo sempre rincorrere qualche emergenza con una classe politica (e non solo quella) per niente all'altezza della situazione. A volte mi chiedo per quale miracolo siamo ancora qui

    Un salutone e ricambio volentieri la tua visita

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    1. A volte me lo chiedo anch'io, penso che fondo sappiamo tutti di star giocando con il fuoco.

      Grazie per la visita, a presto!

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