Complottismo, quando il gioco sfugge di mano
(Dis)informazione disinvolta complottismi hanno effetti tragici offline
Una sottile linea di sangue
Agosto 2021, Santa Barbara, California: Matthew Coleman uccide i due figli piccoli dopo averli portati in vacanza in Messico.
Luglio 2023, Fossombrone, Marche: Andrea Marchionni uccide la cognata Marina Luzi.
Ancora luglio 2023, Rodello, Piemonte: un uomo tenta di uccidere un barista del posto investendolo con la propria auto, dopo mesi di intimidazioni e minacce.
Cosa lega tra loro questi tre episodi di cronaca?
Una sottile linea rossa di disinformazione, disagio mentale e violenza: in tutti e tre i casi, infatti, i responsabili hanno agito perché spinti da qualcosa di più grande e sinistro della "semplice" malvagità personale.
Coleman ha infierito sui figli innocenti perché convinto che fossero portatori di DNA "rettiliano", cioè alieno, trasmesso loro dalla madre.
Marchionni, da parte sua, considerava la cognata parte di un oscuro complotto per controllarlo e manipolarlo, con tanto di microchip.
Per il barista di Rondello, invece, l'incubo è iniziato all'improvviso quando il suo persecutore gli ha chiesto se fosse vaccinato contro il coronavirus.
Sono solo alcune delle tante, troppe aggressioni e uccisioni generate almeno in parte dalla diffusione pressoché incontrollata di teorie del complotto in Rete e non solo.
Cos'è il terrorismo stocastico
In Rete, su alcuni giornali e su certe emittenti televisive la creazione e diffusione di contenuti intrisi di complottismo è ormai un vero e proprio business che fa leva sulla vanità e sulla rabbia di chi vuole sentirsi un resistente, un individuo che va contro un sistema che troppe volte lo ha deluso e umiliato.
Questi aspiranti eroi sono spesso appagati dalla semplice fantasia; ma cosa succede quando qualcuno, complice magari un disagio psichico o un trauma di qualche tipo, decide di passare all'azione?
Nessuno ovviamente può accusare i creatori di video o siti complottisti: nessuno dice agli assassini di impugnare un'arma o di colpire una vittima specifica.
Però il nesso tra disinformazione estrema e violenza esiste, tanto che negli ultimi anni si è diffuso un termine specifico per descrivere il fenomeno, ovvero terrorismo stocastico: una situazione cioè che vede persone compiere atti atroci influenzate indirettamente da figure ricollegabili a questa o a quell'ideologia, venerate in modo pseudoreligioso ma spesso ignare dell'esistenza del singolo seguace e delle sue intenzioni.
Prosciugare la palude
È inutile girarci intorno: il complottismo uccide.
Fermarlo, però, è una questione complessa: si potrebbe ricorrere a leggi più stringenti, all'introduzione di una forma più specifica di responsabilità penale per i creatori e diffusori di contenuti, alla censura; ma questo non solo creerebbe una miriade di problemi dal punto di vista dei diritti civili e della democrazia, ma finirebbe anche per galvanizzare ulteriormente i soggetti a rischio di radicalizzazione, spingendoli ad agire con ancora più urgenza e violenza.
L'altra strada percorribile è quella di eliminare gli incentivi economici per i produttori di contenuti complottisti: senza più clic, visite, visualizzazioni, donazioni, l'ecosistema dell'informazione "controcorrente" imploderebbe quasi del tutto, la palude resterebbe prosciugata; ma perchè ciò avvenga, la gente deve smettere di sentirsi attratta dalle notizie "alternative"... in altre parole, deve recuperare fiducia nella comunicazione mainstream e istituzionale; e a sua volta ciò avverrà quando la Politica tornerà a occuparsi del bene comune.
I media e i Governi possono ancora farcela?
Forse sì, ma serviranno molto tempo e molto lavoro; purtroppo, sembra essere l'unico modo per conciliare sicurezza e libertà di espressione.
Guarda che il complottismo (parola usata a sproposito) non c'entra niente.
RispondiEliminaAnche Charles Manson aveva "teorie complottiste" e Zodiac gli andava dietro, in realtà hanno ucciso (o fatto uccidere per procura) perché gli andava di farlo e lo stesso vale per queste tre bestie schifose.
Il male non ha bisogno di giustificazioni arzigogolate.
Ti abbraccio.
Purtroppo in giro ci sono tante persone al limite, e nel clima polarizzato in cui viviamo oggi una parola di troppo detta con leggerezza può diventare la scintilla che serve a scatenare l'inferno... penso solo che chi di dovere dovrebbe pensare un po' di più prima di parlare.
EliminaA presto Francesca.