Nuove crepe sul muro

Muro azzurro con una lunga crepa sulla destra

Forse il Mondo non rischia l'Apocalisse, ma un lento sgretolamento...


Tragedie o sintomi di un male generale?

Morti senza senso.

Lavoro che a dispetto di leggi e tecnologie resta causa di morte.

Violenze inflitte a minori e poi forse vendute come intrattenimento.

Gente che non ce la fa più e dà fuori di matto per dei futili motivi.

Sarebbe facile dirsi che sono semplici tragedie, o cronache giudiziarie, o sfortunati momenti di blackout di sistemi in genere sani e funzionanti.

Sarebbe altrettanto semplice pensare che sia solo una questione di sovraesposizione mediatica, di un insistere sulla cronaca nera dovuto magari all'esigenza di non parlare d'altro.

Però, quando così tante tragedie si accumulano, riempiendo i notiziari, i talk, i social, i news feed, è naturale chiedersi se non siano invece i sintomi di qualcosa di più, di un malessere che sta mettendo radici nella società uccidendola lentamente.

Negligenze, indifferenze, crolli individuali... tante piccole crepe sul muro del Mondo: e se la Fine fosse questa? 


Re-immaginare la Fine

In fondo sappiamo che la nostra idea di Apocalisse è un po' irrealistica.

Certo, dopo il Covid-19 il rischio di una nuova pandemia è nella mente di tutti, e il pericolo di una guerra nucleare non è così piccolo come poteva esserlo anche solo due anni fa; ma l'asteroide imprevisto, il cambiamento climatico in una settimana, il virus marziano in grado di sterminare l'Umanità in due giorni o l'invasione aliena restano scenari da film o da fumetto.

Quello che vediamo ogni giorno è ben diverso, ma non meno pericoloso: crisi che pian piano diventano ingestibili, sistemi che con sempre più stress e meno risorse reggono ogni volta più a fatica, e un nichilismo che può generare comportamenti antisociali.

Forse è questo il vero volto della Fine: non la catastrofe planetaria, bensì i pronti soccorso che arrancano lasciando pazienti sul terreno, le morti sul lavoro quasi accettate come un fatto della vita, i cittadini sempre più sfiduciati e in qualche caso spinti alla violenza.

Una storia con parecchia suspense in meno, ma altrettanto drammatica, e soprattutto già qui in mezzo a noi, nel presente.


Prevenire e bendare ferite, ovunque si possa

Di soluzioni pronte non ce ne sono.

Forse hanno ragione gli antinatalisti, dovremmo smetterla di portare altri innocenti in questo Mondo in lento disfacimento.

Ma per chi è già qui, cosa si può fare?

Senza una cura per la malattia, si deve agire sui sintomi, soccorrere i tanti feriti di questo disastro al rallentatore: offrire una parola di conforto a chi sente di non farcela più, donare ciò che possiamo ad associazioni che consideriamo degne di fiducia, fare volontariato, e votare per i partiti o le figure che di volta in volta ci sembrano più in grado di fare qualcosa di buono (o meno in grado di causare altri danni).

Come ho sentito dire più volte, nessuno può aiutare tutti, ma tutti possono aiutare qualcuno.

Forse più ancora dell'odio, il nostro vero nemico è l'indifferenza.

Commenti

  1. L'indifferenza, la menzogna, la medializzazione... di nemici ce ne sono, ma in pochi se ne rendono conto.
    Dagli un social, due finte crisi su cui discutere, la notizia del giorno e hanno il loro orgasmo.
    Ti abbraccio.

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    Risposte
    1. Mi chiedo per quanto tempo potrà andare avanti così.
      A presto Francesca.

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