Non resta che il radicalismo?

Illustrazione di un'auto ribaltata e in fiamme al centro di uno scenario apocalittico color seppia

Tra crisi globali e soluzioni inefficaci: a mali estremi, estremi rimedi?


Ultima Generazione: la punta dell'iceberg?

Ci risiamo: gruppi di attivisti climatici tornano a far parlare di sé, e come già accaduto le reazioni non sembrano entusiaste.

Attaccati da vari esponenti politici, da un lato, colpiti di recente da nuovi provvedimenti giudiziari dall'altro, i diversi movimenti stentano a raccogliere consensi anche tra coloro che pure ne condividono i principi; se da un lato infatti la necessità di evitare la catastrofe globale è sempre più evidente, dall'altro è difficile immaginare che bloccare strade o tingere le acque di verde sia un buon modo di sensibilizzare l'opinione pubblica (da tempo non proprio calorosa).

Perché alzare i toni, perché tirare dritto verso lo scontro?

Forse perché a quanto pare non c'è altra scelta.


Se star buoni non ha funzionato...

Proviamo per un attimo a metterci nei panni degli attivisti: veniamo da anni di marce e proteste pacifiche, fiumi di parole da parte di politici e imprenditori a prima vista tutti decisi a raccogliere la sfida, eccetera eccetera, per poi vedere progressi incerti, promesse non mantenute... e di recente una conferenza sul clima a cui non crede nessuno, a cominciare sembra dai padroni di casa.

Il tutto mentre la crisi non si ferma, ma avanza inesorabile.

Forse la tentazione di alzare il tiro verrebbe anche a noi.

E lo stesso può dirsi per tante altre cause: lavoro, giustizia, istruzione, diritti delle minoranze...

Restare buoni, chiedere per favore, votare per riformisti sensati e con la testa sulle spalle, credere nel cambiamento graduale ma costante... non è servito a molto.

E c'è chi si è stufato.


A mali estremi, estremi rimedi?

A mali estremi, estremi rimedi.

Sembra un modo di dire perfetto per questi nostri tempi burrascosi: la gente muore a milioni per guerre e disastri naturali, intere società sono strette fra i lacci di oppressioni di ogni genere... e succede tutto ora, adesso.

Di fronte a tutto ciò vediamo solo vertici inconcludenti, balbettii istituzionali, disaccordi, retromarce.

È in situazioni come questa, quando non si spera più nemmeno in ciò che fino a ieri era un diritto, che il fascino delle soluzioni radicali è più vivo: attivismo sempre più spinto, populismo, accelerazionismo, "visionarismo", a suo modo pure il famigerato antinatalismo... la scelta è varia.

Ma proprio perché tanto radicali, queste strade sono anche pericolose: se l'inerzia e la tossicità del presente è certa, l'incertezza del tutto per tutto potrebbe rivelarsi altrettanto tragica.

E in questo dilemma siamo presi tutti, ogni giorno di più.

Estremi, sono estremi: ma saranno davvero rimedi?

Commenti

  1. Mi hai fatto venire in mente le parole di Noam Chomsky, ti parlo almeno di una quindicina di anni fa. In alcune sue riflessioni dice: "Il problema e la soluzione. Si crea un problema, una situazione che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare". Continuava dicendo: "alla fine far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici"...insomma un tipo di azione radicale.

    Un salutone e bel post
    Alla prossima

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    1. Ormai mi spaventa un bel po' pensare alle "soluzioni" che potrebbero essere in voga in un prossimo futuro.
      Grazie per la visita, a presto!

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  2. Il clima è stato violentato dai governi di tutto il mondo. Manca il coraggio per azioni in grado di bloccare le industrie che producono beni inutili.

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    1. Forse un boicottaggio... ma ne siamo in grado?
      Buona serata Gus, a presto.

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  3. Io quello che non capisco di Ultima Generazione e soci è la soluzione che propongono. Cioè, attiri l'attenzione pubblica con il fiume tinto di verde... e poi? Cosa propongono? Secondo me è questo il loro problema: creano disagi ed imbrattano monumenti ed opere d'arte, ma non sanno farsi capire dal grande pubblico. Creare un disservizio non li renderà simpatici, ed il fatto che la loro proposta non sia chiara, rende tutto più frustrante.

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    1. La loro idea è costringere le persone a fermarsi e a pensare alla crisi climatica, ma secondo me non funziona per tre ragioni: la prima è quella che citi, la seconda è che per ora almeno da noi la maggioranza della popolazione è ancora relativamente al sicuro, la terza è che come cittadini la nostra capacità di ottenere cambiamento tramite le proteste è alquanto ridotta...

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