Terra Incognita

Un tramonto ocra, rosso e blu sul mare

I territori inesplorati della crisi continua


Chi mi segue da un po' sa che non amo inseguire le ultime notizie e il trend del momento, tuttavia non penso di poter ignorare del tutto l'ultimo grande colpo di scena (invero già da più parti evocato) nella campagna elettorale statunitense 2024.

Sembra il culmine di una serie di eventi che, seppur non inediti o inconcepibili presi singolarmente, nel loro concatenarsi ci hanno messo di fronte a scenari nuovi e inquietanti.

Già da tempo è chiaro che in un clima sempre più incline al radicalismo la posta in gioco è altissima per milioni di persone, non importa la loro condizione o posizione politica; né possiamo ignorare come i rivolgimenti a stelle e strisce si inseriscano in uno stato di crisi multicomplessa che ci riguarda tutti, americani e non.

Ho spesso reagito con dispetto a chi sui social e non solo ha paragonato gli ultimi quattro anni all'ultima stagione di una serie televisiva ormai in crisi; eppure in questi giorni, con l'incalzare degli eventi in un contesto sempre più degradato, l'accostamento rivendica i suoi meriti.

Non sappiamo cosa ci attenda all'orizzonte, se un lieto fine o la cancellazione repentina; l'unica certezza è che prima di giungere alla meta ci troveremo su strade accidentate nel bel mezzo di una Terra Incognita degna di quelle segnate nelle mappe e spesso temute dagli epigoni di Colombo e Magellano.

Qualsiasi cosa ci attenda dall'altra parte, ci saranno incertezza, confusione, divisioni, e purtroppo quasi certamente dei dolori.

Il lutto per un Mondo che ci sta spesso stretto con le sue contraddizioni e ingiustizie, ma in fondo l'unico che conosciamo.

L'ansia di un cambiamento su cui abbiamo ben poco controllo.

Il timore di un nuovo Mondo peggiore.

E forse, la speranza che ciò che verrà possa invece rivelarsi migliore, che la crisi liberi paradossalmente energie latenti e magari metta chi di dovere di fronte alla necessità di farsi da parte, per sempre.

Vi aspetto per la prossima puntata.

Commenti

  1. Pensa come mi sento io, che negli Stati Uniti ho deciso di emigrare ben 16 anni fa. Sono deluso ed arrabbiato, perché mi è stato rubato il sogno americano che mi avevano "venduto" a colpi di serie tv e di notizie di quel benessere interiore che stentavo a raggiungere in Italia. Ed ora tutto intorno a me si sgretola ed appare confuso: l'ignoranza, alimentata dai social, dilaga; la polarizzazione sta minando le fondamenta della repubblica; il capitalismo sfrenato che pensa solo al portafogli e non al benessere delle persone, è ad un vicolo cieco. Saranno pianti e stridore di denti. Ed io ho scelto di essere nell'occhio del ciclone, e me ne pento amaramente.

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    1. Resto sempre dell'opinione che le scelte che facciamo in un dato momento sono in genere le migliori (o le meno peggio) che possiamo compiere in quelle determinate circostanze.
      Chi avrebbe mai previsto ciò che sta succedendo oggi?
      Ma così come le cose sembrano evolvere rapidamente verso il peggio, altrettanto velocemente potrebbero offrirci una via d'uscita che ora nemmeno riusciamo a immaginare: coraggio!

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    2. Si, hai ragione, è inutile avere rimpianti, mi ci rovino soltanto il fegato alla fine. Sono fortemente scettico sulla possibilità che le cose possano prendere una svolta positiva: l'America si è infognata in una situazione sociale e politica davvero brutta, e mentre loro perdono tempo con queste cose, il resto del mondo (Asia in cima) va avanti e li sta superando su tutti i fronti.

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    3. @camu Finché siamo in ballo, balliamo

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    4. Scusa, dimentico sempre di impostare il mio profilo quando lascio un commento :)

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    5. @camu Nessun problema, ormai qui ci si conosce bene :)

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  2. Speriamo, che il prossimo presidente si impegna per la pace.

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    1. Speriamo, benché ci creda poco (scusa il ritardo mostruoso, per un qualche motivo mi eri finito nello spam)

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