Ancora non vediamo

Immagine a mezzo busto di una donna in cappotto blu appoggiata a un muro chiaro, con i capelli mossi dal vento che le bendano gli occhi

La Terza Guerra Mondiale è forse già in corso, ma...


In questi giorni mi è tornata in mente l'originale teoria di George Berkeley (1685-1753) filosofo e vescovo irlandese attivo nel XVIII secolo: secondo l'ecclesiastico, esse est percipi, le cose esistono non in sé, bensì solo nella misura in cui noi (e, in suprema istanza Dio) le percepiamo.

La posizione di Berkeley dev'essere suonata alquanto controintuitiva a parecchi dei suoi contemporanei, e di sicuro pare bizzarra anche a molti di noi, nonostante una certa qual assonanza con i moderni concetti della Psicologia e della Fisica.

In questi giorni, però, sembra applicarsi bene a quanto stiamo vedendo.

Come di sicuro già tanti di coloro che stanno leggendo, trovo sempre più convincenti le parole di chi denuncia una Terza Guerra Mondiale ormai in corso da tempo; eppure la reazione generale, dai politici in giù, è a dir poco apatica.

Forse nell'orizzonte di tanti la minaccia non esiste, perché in effetti non la percepiamo.

I motivi sono tanti: tanto per cominciare, è un conflitto anomalo, dato dalla somma e dall'intersecarsi di teatri in apparenza distanti ma legati, dove attori uniti in uno si ritrovano divisi nell'altro, in una girandola di schemi mutevoli.

In secondo luogo, le miserie e gli affanni del quotidiano ci impegnano già abbastanza, fra l'ordinaria amministrazione per i governanti e un lavoro non sempre facile, qualche volta persino detestato, per noi comuni mortali.

Infine, per quanto possa suonare cinico, c'è da dire che l'impatto del disastro per ora è ancora contenuto: mentre altrove si muore, da noi la vita va avanti, magari non benissimo ma va - nella maggior parte dei casi abbiamo ancora due soldi per fare la spesa in supermercati ancora in piedi, ci restano tempo e voglia di fare battute sceme sui politici dai nostri profili social, magari ci mancano già le ferie estive e stiamo facendo progetti per le prossime.

E proprio quest'ultima considerazione dovrebbe lasciarci inquieti: cosa dovrà succedere ancora, e quanto vicino, perché la guerra inizi a esistere davvero anche per noi?

Se e quando accadrà, sarà troppo tardi?

Forse stiamo già camminando bendati verso il baratro, ma la benda di quotidianità e di meme regge... per ora.

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