Di cuccioli, notizie false e verità indigeste

Scorcio di un uomo che legge le parole "fake news" dal suo tablet al tavolo davanti a una tazza di caffè

Come reagire a una notizia falsa?


Mentre un'altra estate ci saluta con un'improvvisa frescura, la campagna elettorale statunitense 2024 continua invece caldissima e senza esclusione di colpi - colpi che però sempre di più rischiano di rivelarsi fatali, e non solo per i contendenti.

L'ultimo allarmante capitolo della saga ci porta infatti a Springfield, Ohio, dove da qualche tempo circola una voce rilanciata alcuni giorni dal candidato repubblicano alla vicepresidenza JD Vance: gatti e altri animali domestici sarebbero stati rapiti e uccisi a scopo culinario da membri della comunità haitiana sul posto.

Una voce rivelatasi del tutto infondata (e in seguito semisconfessata dallo stesso Vance), ma presa intanto per vera da molti, incluso il suo aspirante "principale" Donald Trump, che l'ha fatta propria nel corso del dibattito con la vicepresidente in carica Kamala Harris, sua rivale nella corsa alla Casa Bianca: un endorsement che unito al potere dei social network e dei meme prontamente creati ad hoc ha avuto purtroppo conseguenze tutt'altro che immaginarie, con minacce concrete alla sicurezza dei cittadini ingiustamente accusati.

Sulle fake news, sul loro fascino oscuro e sulla loro capacità di seminare distruzione oltre lo schermo di un telefonino ci si è già diffusi fino alla nausea e si continuerà a farlo forse per sempre; la priorità in questo momento dovrebbe essere però un'altra, ovvero: come fermare la disinformazione e arginarne i danni?

Una reazione prevalente fra gli oppositori del duo Trump/Vance è stata quella ormai consolidata di disarmare l'odio con il riso, condividendo contro-meme e battute allo scopo di ridicolizzare la "sparata" e chi l'ha diffusa, sottolineando in modo ironico l'assurdità di un'accusa vista come l'esito di una strategia elettorale a corto d'idee e quindi perdente.

Tuttavia, diverse voci si sono levate con sdegno contro quella ritengono una pericolosa sottovalutazione dell'odio razziale e delle sue conseguenze.

Diversi elettori, attivisti e cittadini di colore e/o di sinistra hanno infatti pubblicamente invitato sui social a interrompere la produzione e condivisione di simili meme, soprattutto da parte di personalità con largo seguito, in quanto

  • La comunità haitiana di Springfield sta rischiando la propria sicurezza, vedere il proprio dramma "memificato" è un'ulteriore ferita
  • Fare umorismo sul razzismo in generale significa banalizzare un fenomeno antico e ancora oggi prevalente nella società americana, sul quale soprattutto i bianchi non dovrebbero permettersi di ironizzare per qualche "like" in più
  • Continuare a ripetere la fake news, anche solo per ridicolizzarla, equivale a tenerla in vita, normalizzandola agli occhi di milioni di concittadini distratti e magari meno soliti a distinguere fra notizie vere e false.

Come ammesso da molti degli stessi critici, l'appello non è stato accolto bene da amici, familiari e "allies", che si sono dimostrati alquanto restii a seguirlo; un altro punto, questo, che merita una riflessione.

È possibile infatti che oltre all'umanissima ostilità verso un rimprovero si celi per molti la resistenza a una verità ben più indigesta, ovvero la fondamentale debolezza di milioni di concittadini di fronte alla propaganda più raccogliticcia e improbabile.

Come, si stanno chiedendo tanti "memeamatori", davvero qualche post palesemente ironico può convincere zio Herbert o nonna Annie che gli immigrati siano pronti a trasformare Micio o Fido nel pranzo della domenica?

Davvero dobbiamo stare così attenti?

La risposta, a quanto sembra, è affermativa: in fondo, per chi non ha motivo di approfondire, la verità è pronunciata dalla voce più alta e più costante.

Coloro che più spesso sono vittime di tale perverso meccanismo ne sono consapevoli, ma questa consapevolezza li rende ora poco popolari fra chi vorrebbe solo postare senza pensieri...

...e poi, sarà davvero così? 

Una volta individuata la notizia falsa, è sufficiente toglierle ossigeno, quindi?

Forse aiuta, ma probabilmente non basta; perché una menzogna mantiene la sua forza, i suoi profeti e le sue vie finché c'è chi ha interesse a crederci perché giustifica pregiudizi antichi, facilita speculazioni su drammi presenti, spiega la realtà in modo semplice o tiene in vita speranze per il futuro.

Ora come ora, la soluzione non c'è; e mentre la cerchiamo, la spirale di violenza continua, e il Mondo brucia...

Commenti

  1. Ottima analisi. Si, qui oramai i meme su cani e gatti si sprecano. Ma questa notizia non è che la punta dell'iceberg delle falsità che diventano parte del dibattito acceso tra destra e sinistra. Immagina se la Meloni o la Schlein avessero detto una cosa del genere: se le sarebbero mangiate vive (ecco, appunto) ed avrebbero perso di credibilità. Qui invece gli adoratori di Trump prendono per oro colato tutte queste falsità. Lo so perché ho a che fare con alcuni di loro, ed intavolare un dialogo diventa sempre più difficile.

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    1. Non so se dipenda dalla sua fondazione da parte di dissidenti religiosi, ma la società statunitense sembra particolarmente permeabile al culto della personalità, alle teorie più bizzarre e in generale a una visione a dir poco apocalittica dello scontro politico.
      Trump e soci pigiano tutti questi bottoni in modo forse poco metodico ma continuo, incuranti di un clima di isteria che in ultima analisi è pericoloso pure per loro (non ho fatto in tempo a far uscire questo post e già l'ex-forse-futuro Presidente quasi ci è rimasto per la seconda volta in pochi mesi...)
      In Italia avremo tanti problemi, ma almeno questo ce lo risparmiamo... buona serata

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