Carriere "fuffa" per i senza futuro
Tutto e subito, bruciando le tappe: carriere "ideali" in un Mondo agli sgoccioli
Bruciare le tappe prima che il Mondo bruci
La consapevolezza di vivere in un Mondo in profonda crisi lascia il segno anche sulle nostre scelte lavorative e sulla nostra idea di successo.
C'è chi oscilla tra la necessità di competenze utili e il desiderio di seguire la propria passione finché possibile...
...ma anche chi trova una a suo modo una bizzarra sintesi tra pragmatismo e urgenza: ovvero, chi desidera far soldi e goderseli il prima possibile perché l'Umanità sembra ogni giorno più vicina al capolinea.
L'imperativo, insomma, diventa il successo rapido e a tutti i costi, bruciando le tappe prima che a bruciare sia il Pianeta: per arrivarci, la strada non deve essere quindi la più "utile" o la più piacevole, bensì la più veloce, che non faccia perdere troppo tempo fra certificazioni da acquisire o lunghi anni di gavetta.
E se per un attimo facciamo nostra questa prospettiva, è subito chiaro perché oggi ad attirare tante persone, soprattutto ma non esclusivamente giovani, siano carriere che in modo politicamente scorretto potremmo bollare come "fuffa".
Influencer, crypto e l'illusione di una scorciatoia
Tra gli ambiti professionali che al momento meglio esemplificano il concetto di "carriera fuffa" possiamo nominare la galassia degli influencer e il selvaggio West delle criptovalute.
Ad accomunare questi due campi sono la rapida crescita, i giri d'affari da capogiro e la promessa di guadagni facili e quasi immediati, senza troppe formalità.
Sebbene ci siano sicuramente persone che si avvicinano a queste professioni per passione e con serietà, va da sé che il miraggio del successo a portata di clic porti molte persone a improvvisare, senza vero interesse, perché l'obiettivo è sempre e solo uno, arricchirsi e farlo alla svelta, facendo di tutto purché si riesca a non farsi beccare.
Si tratta della situazione ideale per bolle speculative, truffe e altri disastri pronti a lasciare sul terreno migliaia di vittime.
Abbiamo il diritto di giudicare?
Davanti a così scarsi benefici per la comunità e così tanti evidenti segni di pericolo sarebbe fin troppo facile assumere un atteggiamento moralista nei confronti di chi si butta a capofitto in rischiose avventure perché sedotto dall'illusione di affari d'oro.
Ma sarebbe produttivo?
In fondo ciò a cui stiamo assistendo non è altro che l'esito naturale di una società che da un lato promuove in mille modi più o meno espliciti il denaro come propria linfa vitale e metro di misura del nostro valore di individui, mentre dall'altro sembra avviata all'autodistruzione, in un conto alla rovescia che bene o male tutti ormai sentiamo scandito a ritmo sempre più incalzante.
Se per godersi la vita servono i soldi, ma il tempo per farne è sempre meno... perché non provarle tutte prima che cali il sipario?
È un ragionamento perverso, certo, ma che per ora non trova ostacoli né in un mondo del lavoro che ancora esita alle soglie di una trasformazione epocale né in tentativi concreti per evitare la catastrofe globale.
E finché non cambiamo le regole del gioco, a poco serve rimproverare i giocatori.
Hai fatto una perfetta descrizione di alcuni aspetti importanti dei tempi di oggi e non avrei potuto far meglio.
RispondiEliminaLa pochezza del mondo in cui viviamo è tremenda da questo punto di vista come la nascita degli influencer...mah!
Un salutone e buon inizio settimana
Da un certo punto di vista non critico questi ragazzi, se le carriere tradizionali non offrono più nulla fanno bene a cercare fortuna altrove... ma trovarla è un'altra cosa.
EliminaBuona serata e buona settimana.