Le supertecnologie ci faranno sperare nel collasso?

Uno squallido scorcio di strada urbana cyberpunk in una notte di foschia


E se le nuove tecnologie non portassero speranza?


Tecnologie sempre più "super"

Anche tra una notizia catastrofica e l'altra, basta andare un attimo oltre i temi più caldi del giorno per renderci conto di essere entrati in un'era di tecnologie sempre più "super": carne artificiale, trapianti finora mai tentati... e, ormai sempre più diffusa, la famigerata intelligenza artificiale.

Tutti questi progressi suscitano tante emozioni contrastanti: c'è lo stupore per quella che sembra quasi magia, commozione al pensiero delle tante persone che ora possono essere aiutate, entusiasmo per i prossimi passi...

...ma anche una certa dose di inquietudine.

Sì, perché se da un lato strumenti così potenti portano con sé la promessa di un futuro migliore, dall'altro hanno il potenziale per trasformare in realtà le distopie immaginate da Orwell o Huxley, se non altre anche peggiori.

Tutto dipende dal contesto, ci dicono.


La lunga ombra della distopia

In quale contesto sta prendendo forma la nuova rivoluzione tecnologica?

Tra gli attori in gioco, abbiamo Governi che non sempre sono preparati, o che lo sono eccome, ma per scopi tutt'altro che benevoli, e che non di rado si trovano invischiati in rivalità geopolitiche; imprenditori che al proprio immediato interesse commerciale alternano occasionali sogni di gloria (tra una fanfaronata e l'altra); e cittadini non sempre adeguatamente informati sui rischi di ciò che viene loro offerto.

Purtroppo, la Storia ci insegna che quando uno strumento ha un possibile uso malvagio, qualcuno si fa sempre tentare.

Si fa spesso l'esempio dell'energia atomica, ma abbiamo sotto gli occhi casi molto più recenti: i social che possono unirci nella solidarietà possono essere anche usati per disinformare e dividere, l'AI sa trovare nuovi materiali ma è anche fonte di ansia per i destini del Pianeta.

Persone curate o hackerate?

Esseri umani potenziati o ridotti a macchine prodotte in serie?

Il tema è destinato a toccarci sempre più da vicino: come reagiremo?   



Neo-luddisti e collassisti?

Forse l'avanzata ormai rapidissima della tecnica ci spaventerà al punto di trasformarci in neo-luddisti, non tanto per difendere il nostro posto di lavoro come un tempo, ma per salvare la nostra stessa libertà.

Oppure, di fronte alla prospettiva di una tecnodistopia crudelmente efficiente e inattaccabile dall'interno arriveremo magari a preferire il collasso globale: meglio morti che sotto il giogo di un Grande Fratello.

Nasceranno gruppi terroristi "No Tech" o "Pro Apocalisse"?

I nostri Governi stanno già considerando il problema?

Sembrano scenari da fantascienza, ma vista la velocità con cui ormai si susseguono gli eventi, forse è già ora di porsi questi interrogativi.

E magari di farla anche a noi stessi, questa domanda, senza censure.

Le supertecnologie ci faranno sperare nel collasso?

Commenti

  1. La tecnologia viene indirizzata soprattutto nel produrre armi nucleari per poi scatenarsi nelle guerre.
    Succede questo perché la politica è morta e non riesce a controllare e disciplinare la tecnologia.

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    1. Non riesce... o forse troppi in quel campo non hanno interesse a provarci.
      Buona serata, Gus.

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  2. Ciò che non conosciamo a volte ci spaventa. Sarebbe importante non farsi incalzare ma penso (oppure temo) che alcuni rischi siano dietro l'angolo.

    Il denaro la sete di potere l'uomo solo al comando...

    Un salutone e alla prossima

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    1. Proprio così, a fare davvero paura non è la tecnologia, bensì chi la controlla... buona serata.

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  3. C'era una volta il coltello: un uomo lo usò per affettare la carne, un altro per uccidere. Ma era sempre un coltello.
    Morale: non è la cosa, ma come la si usa che fa la differenza.
    Ti abbraccio.

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    1. Sono d'accordo con te, purtroppo vedo tanti assassini e pochi buongustai in giro...
      Buona serata.

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  4. non ho letto il post, entro solo per dire che mi piace il titolo del blog, mi ha ricordato una poesia. adesso mi impegno a rammentare anche l'autore.

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    1. È il titolo che meglio rende il mio stato d'animo in questi ultimi anni.
      Grazie per la visita, a presto.

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