Più liberi... eppure no
Tra libertà fragili e l'ombra eterna ma trasformista della schiavitù
Tutti vogliono essere liberi, o almeno così dicono.
C'è chi per la libertà propria e altrui ancora oggi continua a lottare, a soffrire e persino a morire.
Perché la libertà, comunque la si veda, è fragile.
Oggi siamo davvero più liberi?
Sotto molti punti di vista sì, almeno nel nostro Occidente: lotta, conoscenza e tecnologia hanno portato a milioni di persone orizzonti, possibilità e diritti inconcepibili fino a qualche decennio fa.
Eppure, proprio tanto di ciò che ci ha liberato è allo stesso tempo strumento di oppressione.
Il nostro progresso resta costruito anche sullo sfruttamento di altri popoli, di altre terre.
La globalizzazione che ha aperto confini rende più ricattabili e quindi erode le conquiste di tanti lavoratori.
La tecnologia che rende l'esistenza più comoda diventa anche fonte di controllo e disinformazione, per giovani e meno giovani.
L'integrazione di coloro che un tempo erano esclusi rende per molti le nostre società più difficili da decifrare, e forse più fragili.
Il lavoro (con i suoi lati meno gradevoli) resta una necessità, il conflitto una certezza.
Gli esempi sono infiniti, ma in fondo la fonte resta una: la natura umana e del Mondo.
Finché viviamo, creature limitate, in un ambiente limitato, la sofferenza è inevitabile.
Come se ne esce?
Il cristiano cerca pace in Dio e nel suo disegno, il buddhista tende a lasciare la volontà e tendere al Nirvana, il complottista sogna la sua eroica vendetta, il protopista gioisce dei piccoli progressi a portata di mano, l'antinatalista vuole rimuovere il problema a monte (e magari salvare il Pianeta al tempo stesso), l'accelerazionista gioca con il fuoco...
I diritti sono sempre più limitati, bisogna cambiare il sistema a monte, dove si regge da secoli.
RispondiEliminaÈ un'ardua sfida...
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